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23/12/24 ore

Georgia (USA), esecuzione per la complice in omicidio Kelly Renee Gissendaner



Kelly Renee Gissendaner, 47 anni, Bianca, è stata giustiziata in Georgia. È la prima donna giustiziata nello Stato in 70 anni. In suo favore si era espresso il Nunzio Apostolico negli Stati Uniti, l’arcivescovo Carlo Maria Vigano, che ha inviato alla Commissione incaricata di decidere sulla richiesta di clemenza una lettera a nome di Papa Francesco, in cui chiedeva che la condanna a morte venisse commutata “in una che esprimesse meglio sia la giustizia che la misericordia”. 

 

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto 3 diversi appelli dell’ultima ora presentati dai legali della donna. La stessa Georgia Board of Pardons and Paroles ha tenuto una sessione inizialmente non prevista per valutare gli ultimi interventi, tra cui quello di un ex giudice della Corte Suprema di Stato, e di 2 dei tre figli della vittima. Altri interventi nelle scorse settimane avevano sottolineato l’ottimo comportamento della Gissendaner durante la detenzione, comprese le testimonianze di giovani detenute che la ringraziavano per l’aiuto morale ricevuto.

 

Questa serie di appelli dell’ultimo momento ha spostato di qualche ora l’esecuzione, inizialmente prevista per le 7 di sera, e infine compiuta poco dopo la mezzanotte. La stampa non è riuscita a sapere se il Board of Pardons ha preso visione della lettera del Vaticano, il portavoce della Commissione ha risposto che quello che accade durante le udienze è riservato. Da fonti vaticane si è appreso che una lettera simile è stata presentata anche in favore di Richard Glossip, la cui esecuzione è prevista in Oklahoma.

 

Gissendaner era stata condannata a morte nel 1998 con l’accusa di aver fatto uccidere, il 7 febbraio 1997, il marito per incassarne l’assicurazione sulla vita. Gregory Owen, amante della donna, confessò l’omicidio di Douglas Gissendaner, testimoniò contro la donna, ed in cambio ha ottenuto una condanna all’ergastolo. Nel 2022 Owen potrebbe ottenere la libertà condizionale.

 

È la prima volta da quando la pena di morte è stata reintrodotto nello stato nel 1976 che una persona viene giustiziata per complicità in omicidio, e non per averlo compiuto direttamente. L’esecuzione della Gissendaner era inizialmente prevista per il 25 febbraio. Venne rinviata al 2 marzo a causa di un allerta meteo nella regione che minacciava di bloccare il traffico. Il 2 marzo venne rinviata di nuovo perché ad ultimo controllo della dose di Pentobarbital da utilizzare, il composto è risultato “torbido”, e per “eccesso di prudenza” è stato deciso di sospendere l’esecuzione. In seguito una analisi di laboratorio ha attribuito alla conservazione “troppo al freddo” l’opacità, confermandone però l’efficacia.

 

Gissendaner diventa la 3° persona giustiziata quest’anno in Georgia, la 58° da quando lo stato ha ripreso le esecuzioni nel 1983, la 21° dell’anno negli Usa e la 1415° da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977. (Fonti: Nessuno tocchi Caino, 30/09/2015)

 

 


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