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26/04/24 ore

Arabia Saudita, l’assurda condanna a morte di Asraf Fayadh



Condannato a morte con l’accusa di aver rinunciato all’Islam, di aver fatto propaganda per l’ateismo e aver fatto alcune cose contrarie alle legge. Accade in Arabia Saudita, paese che con pieno diritto è inserito nella lista nera dei diritti umani e civili strumentalmente negati in nome di un dio.

 

La vittima di questa assurda sentenza, pronunciata il 19 novembre al termine di un processo dove l’imputato non ha avuto diritto a un avvocato, è Asraf Fayadh, artista e poeta di 35 anni. Ora ci sono 30 giorni di tempo per appellarsi.

 

Come ricostruisce ilpost.it, “Fayadh è membro di Edge of Arabia, un’associazione artistica britannico-saudita, è l’autore del libro Instructions Within (“istruzioni all’interno”), pubblicato nel 2008.

 

Sempre ilpost.it riporta la testimonianza di David Betty – che si occupa di Medio Oriente per il Guardian – il quale “ha spiegato che Fayadh fu arrestato una prima volta nell’agosto 2013, con l’accusa di aver bestemmiato, di aver insultato l’Arabia Saudita e di aver illegalmente distribuito il suo libro, pubblicato all’estero. Fayadh ha spiegato che l’accusa è nata dopo una sua discussione con un altro artista in un 'art cafe' di Abha, una città di circa mezzo milione di abitanti nel sud dell’Arabia. Il giorno dopo il suo arresto Fayadh fu rilasciato su cauzione."

 

Il primo gennaio 2014 Fayadh è stato arrestato di nuovo ed è stato imprigionato per alcuni giorni con l'accusa - secondo quanto detto da alcuni amici di Fayadh al Guardian - di aver fumato e di avere i capelli lunghi.

 

"Nel maggio 2014 c'è stata la prima condanna a 4 anni di prigione e a 800 frustate. "Lui si è appellato contro quella sentenza, la corte saudita non ha accettato l’appello e ha anzi deciso di fare un nuovo processo, che ha portato alla sua condanna a morte.

Secondo ilGuardian la condanna a morte è motivata dal 'mancato pentimento' di Fayadh, che nelle ultime ore ha detto: «Sono davvero scioccato ma me l’aspettavo, nonostante non abbia fatto niente per meritarmi la morte»”. (fonte ilpost.it)

 

 


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