Mia moglie ed io festeggiamo quest’anno il Natale per noi più profondo, e quindi più bello, della nostra vita matrimoniale, ormai considerevolmente lunga.
Come mai? È facile chiederselo, con tutti i guai che ogni giorno piovono addosso a questo nostro mondo di questo ventunesimo secolo, che dai suoi inizi sembra rimettere in discussione quanto era stato costruito soprattutto dopo il secondo dopoguerra, con tutti i valori che in esso trovavano espressione.
Già, è proprio questo il punto. Il Natale è la festa dei cristiani, quella nella quale il cristianesimo ha trovato nei tempi la sua manifestazione più diffusa, proprio al livello popolare e Natale oggi – la lamentela è generale - si è ridotto a una sagra di regali, pranzi, cotechini e quant’altro…
È verò. Ma è vero soltanto in una delle tante manifestazioni dell’imperante multiculturalismo che affligge una società, che a sua volta ne ha accusato le conseguenze, cercando rifugio nei consumi, nei più corrivi divertimenti, nel sessualismo più ridicolo, nel disimpegno generalizzato e prima di tutto nell’ incapacità di approfondire.
Perché quel che si è perduto non sono i valori del cristianesimo, ma la capacità di comprenderli e di vedere quanto e come essi intessono ancora il nostro viver sociale (e politico), quanto e come anche chi non va in chiesa e magari si professa pure ateo, può appartenere, ciò nonostante, alla civiltà cristiana e festeggiare anche nel dicembre del 2015 un buon Natale.
È facile vedere come si fa. Basta aprire il sito dell’associazione “Salvamamme” e anche, per esempio, Repubblica online e sarà facile capire perchè.
E capire anche perchè in una giornata “La fabbrica di Babbo Natale” ha avuto oltre duemila visualizzazioni, come le banche; perché con mia moglie, Maria Grazia Passeri, che “Salvamamme” lo ha inventato e costruito (e con chi scrive che le ha dato una mano) possono festeggiare questo Natale migliaia e migliaia di anonimi donatori della massa di beni che quotidianamente arrivano alla nostra sede – e di più (chissà perché?) proprio sotto Natale (indumenti, alimenti, giocattoli, libri…) e possono festeggiare migliaia e migliaia di destinatari di ogni nazione, religione e colore della pelle.
Perché nella foto dei bimbi di una classe scolastica arrivata dalla Moldova si vede un gruppo di ragazzini con gli insegnanti, tutti vestiti a festa e con la gioia dipinta sul volto. Vuoi vedere che è Natale?
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