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16/11/24 ore

Parole liberate: oltre il muro del carcere, il premio al dissidente cinese Yu Xinqiao



di Marta Palazzi

 

È in questi giorni in Italia Yu Xinqiao, poeta e pittore dissidente cinese, per il ritiro di un Premio speciale “per l’analisi dei rapporti tra potere e cultura condotta attraverso le sue opere e per la sua indefessa attività di promozione della nonviolenza come strumento di elevazione dell’individuo e della società”.

 

Il riconoscimento gli è stato conferito il 21 dicembre dalla direzione artistica del Premio “Parole liberate: oltre il muro del carcere” nel corso una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati. L’iniziativa, riservata alle persone detenute nelle carceri italiane e ospitata dal prestigioso “Premio Lunezia” come sezione speciale, rappresenta un unicum in Italia, in quanto la lirica vincitrice è destinata ad essere musicata da un “big” della musica italiana.

 

“Parole liberate” è appena alla Seconda edizione ma può già vantare, rispetto alla prima, il raddoppio delle liriche inviate dai detenuti e la realizzazione del brano con il testo vincitore dello scorso anno, “Clown Fail”, di Christian Benko alias “Lupetto”, musicato da Ron, in attesa di essere pubblicato come singolo nel corso del 2016. Quest’anno il primo premio è andato invece alla lirica “P.S. Post Scriptum” di Giuseppe Catalano, detenuto nel carcere milanese di Opera.

 

Ma perché gli organizzatori hanno deciso di premiare anche l’artista Yu Xinqiao, giunto appositamente da Pechino per ritirare la targa?

 

Yu, nato nel 1967 nella provincia del Fujian, si è sempre dedicato alla pittura ad olio e alla poesia. Alla metà degli anni Novanta, pochi anni dopo la sanguinosa repressione della protesta studentesca di Tien An Men, Yu si dedica alla politica cercando di animare lo sviluppo di altre organizzazioni e movimenti, di ispirazione democratica, che si oppongono al Partito unico comunista cinese, pur sapendo che fondare partiti politici, in Cina, è vietato.

 

Tra i suoi più stretti amici c’è Wang Youcai, uno dei leader della protesta di Tienanmen, che, insieme ad altri attivisti per la democrazia, fonda il 28 giugno 1998, negli stessi giorni della visita in Cina dell’allora presidente statunitense Bill Clinton, il China Democracy Party. Il nuovo partito viene dichiarato immediatamente fuorilegge dal Partito comunista e Youcai è condannato a 11 anni di prigione. Esiliato nel 2004 grazie a pressioni internazionali, Youcai resta ad oggi uno dei principali animatori del China Democracy Party, che ha ora sede negli Stati Uniti e raccoglie membri da ogni parte del mondo.

 

Nel clima di quegli anni Yu Xinqiao aderisce in clandestinità, nel 1997, al China National Renaissance Party. Per questo viene perseguitato dal regime, tanto che nel 1999 viene arrestato. Negli anni di detenzione tiene un diario e continua a scrivere poesie, ancora in gran parte inedite. Patisce l’ingiustizia di processi farsa e accuse senza fondamento, che lo terranno recluso fino alla fine del 2006.

 

Dopo gli anni di prigione riprende la sua attività artistica e raggiunge la notorietà, tanto che viene chiamato ad esporre i suoi quadri alla Biennale Italia-Cina del 2012 e a tenere un discorso a New York alla presenza del Dalai Lama l’anno successivo. Nel 2014 un suo libro di poesie, tradotto in inglese, è stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti, e un’ulteriore pubblicazione è annunciata per marzo 2016.

 

Yu ha deciso di non partecipare più ad alcuna attività politica organizzata, ma di usare l’arte e la letteratura come strumento di opposizione al totalitarismo. La poesia è il mezzo per il miglioramento personale, per l’elevazione morale di sé stessi e della società, e nello stesso tempo diventa strumento di dialogo con gli esponenti del regime, autentica pratica nonviolenta che egli stesso contrappone alla dinamica violenta della politica e della rivoluzione.

 

In questo tentativo di rifondare un’arte libera ed esaltatrice delle differenze, egli mantiene comunque un animo combattivo e polemico contro i suoi colleghi asserviti al regime e contro quella che lui definisce senza timore la “poetica e l’arte degli schiavi”.

 

Echi di questi scontri si ritrovano anche nel suo discorso di accettazione del premio speciale conferitogli da “Parole liberate”. In Cina infatti Yu è stato accusato dai suoi detrattori di accettare indiscriminatamente premi dai paesi occidentali e in questo caso anche legati all’amministrazione penitenziaria. Yu ha risposto loro confutando la natura istituzionale del Premio “Parole liberate” (iniziativa che fa capo ad una Associazione di promozione sociale, totalmente indipendente e autofinanziata, che ha semplicemente ottenuto – come richiesto dalla legge per poter operare nelle carceri – l’autorizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) e affermando con forza come quel premio sembri invece fatto apposta per lui, perché “prigione e prigionieri, in senso fisico o allegorico, e liberazione attraverso le parole” riassumono la sua situazione e la sua vita, presente e passata, in Cina. E senza dubbio per ogni persona rinchiusa in carcere, che affida alla parola la sua verità su quel mondo, scrivere è già una affermazione e una rivendicazione di libertà.

 

- Conferenza stampa Premio Parole liberate al dissidente cinese Yu Xinqiao (da Radio Radicale.it) 

 

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Allegato

 

Discorso di accettazione del premio “Parole liberate: oltre il muro del carcere” tenuto da Yu Xinqiaopresso la sala stampa della Camera dei Deputati - Roma, 21 dicembre 2015.

 

Onorevole Presidente e membri del Comitato Direttivo del premio “Parole liberate: oltre il muro del carcere”

Onorevole Vice Presidente della Camera,  rappresentanti delle Istituzioni cittadine e delle associazioni, distinti ospiti, signore e signori:

 

Non volendo abusare del vostro tempo cercherò di essere breve. Per quanto ne so, è abbastanza raro trovarsi a ricevere un premio letterario in un luogo destinato ad ospitare temi eminentemente politici.

 

Oggi io, come qualcuno smarrito fra i miei compaesani e molto grato a tutti voi viaggio attraverso oceani e montagne fino a Roma, città tanto antica quanto moderna e sono qui in questa sala stampa del Parlamento per ricevere un così speciale onore da un paese che ha dato i natali al grande Dante Alighieri. Mi sembra di essere in un sogno. L’ enigma della vita è insondabile. La giustizia divina esiste, almeno per me: una persona spietatamente marginalizzata improvvisamente si trova nel centro del mondo; una persona diffamata in madrepatria si trova improvvisamente onorata in terra straniera. L’ Italia è conosciuta come la culla della civiltà europea. Può anche essere vista come il luogo di nascita della ragione e del pensiero umano.

 

L’Italia ha prodotto grandi poeti ed artisti senza numero. Lasciate che mi soffermi su Dante Alighieri qui oggi, poiché egli non è solo un poeta dalle sublimi imprese ma è stato anche il mio faro durante i trent’anni della mia carriera di scrittore. Come mentore per me Dante è molto lontano ma ancora raggiungibile, semplice ma ancora misterioso mentre mi suggerisce di continuare sul faticoso cammino della sua rivelazione.

 

Ai miei occhi i conflitti politici in cui Dante fu coinvolto furono vitali per lui come poeta quanto il suo non corrisposto quanto indimenticabile amore. Queste due cose, nel suo dispiegarsi nell’universo hanno illuminato ed espanso la sua poesia con rime e ritmi così vicini alla natura ed alla vita da raggiungere una qualità di splendore cosmico. Come risultato il suo orizzonte poetico ebbe un’ espansione senza limiti ma non per questo fu meno pieno di dettagli così veri ed evidenti quanto i sacri palazzi. L’ opera di Dante è la miglior prova della capacità degli esseri umani di operare miracoli. Egli ha trasformato la dignità e la libertà forgiate dall’ amore nella scienza più importante  di tutte.

 

Essendo conscio dei limiti di tempo, vorrei brevemente illustrare i principi basilari dei miei scritti. Per la letteratura, specialmente per la poesia che è la madre di tutte le arti, è ancora necessario lottare per la liberazione dai dilemmi affrontati da ogni individuo ed essere umano nel mondo di oggi. Questo ideale, proprio come il termine “parole liberate” intende, si raggiunge attraverso esperienze di scrittura e di vita vissuta e mediante la liberazione degli individui e dell’ intera umanità.

 

Naturalmente non è mai sbagliato mettere l’ accento sull’ affinare le capacità di scrivere e l’allenamento ad un penetrante senso linguistico. Tutto ciò almeno può difendere dal superfluo ciarlare dei laici e mantenere il necessario gusto estetico ed uno standard professionale. Tuttavia, è molto lontano dal minimo il semplice possesso di valore linguistico, che è solamente uno dei requisiti della scrittura.

 

La poesia è  una rappresentazione lirica dell’ essere, una dialettica in forma lirica del linguaggio, degli esseri umani, della realtà e dell’ universo. E’ la ricerca dell’ eterno che possa contenere gli infiniti cambiamenti del mondo. Un più elevato regno di scrittura spirituale richiede che noi acquisiamo un sistematico livello di consapevolezza.  Non importa quanto noi riteniamo importante affilare le capacità di scrivere e di essere inventivi nel linguaggio, non dovremmo mai dimenticare la seguente verità: la distanza fra il linguaggio
e le capacità di un insetto e quelle dell’ aquila è così ampia come quella che separa la terra dal cielo, o le nuvole dal suolo.

 

Io devo dirvi che sebbene io abbia scritto il discorso di accettazione del premio lo stesso giorno in  cui ne ho avuto notizia, ho dovuto strapparlo. Soprattutto perché durava trenta minuti. Per di più quel discorso toccava la mia personale esperienza con il mio paese, le mie personali tribolazioni, le indicibili ingiustizie e sofferenze sofferte. Sarebbe stato un grave insulto e una imperdonabile maleducazione da parte  mia parlare di ciò in questa solenne occasione. Io ricordo a me stesso che il mio principale compito oggi è di dire grazie, ancora grazie e nient’ altro che grazie. Sono  qui per accettare un riconoscimento, non per lamentarmi.

 

Questo significa che sono divenuto troppo suscettibile? Non posso essere suscettibile? Oggi è tutto bellissimo. Come sono stato spesso ammonito, dovrei guardare di più alla luce e al lato positivo. E da un  lato io vedo il mio amato figlio Gunuo Yu mentre dall’ altro lato vedo la mia bellissima moglie Dottoressa Jiashu. Devo ammettere che non vedo nulla che non sia buono da nessun lato. Generalmente, secondo la gente, io sono molto buono, il mio paese è molto buono. Secondo la gente, un uomo molto buono vive in un paese molto buono. Di bontà in bontà, si fa un ammasso di bontà. Davvero non dovreste più preoccuparvene! Poiché l’ argomento è pesante, non parlerò più della mia storia. Vorrei solo svelare il mio lato luminoso.

 

Il mondo è ripieno della luce del sole.  Dragoni e fenici sono risorti come buoni presagi. Dolce profumo di fiori permea silenzioso l’  aria. Nessuna ingiustizia o arbitrarie condanne. Gli  unici rifiuti da essere spazzati sono i fiori sparsi sul terreno.

 

Qualcuno potrebbe chiedere dove sia finita la tradizionale “simpatia con le loro sofferenze, indignazione per la loro sottomissione” di Xu Lun da cui io un tempo io ereditai. Ebbene è una domanda che mi sono posto anch’ io. Comunque, tristezza e rabbia esteriori sono roba facile da sopportare. Per quanto tutte le tradizioni degli esseri umani siano importanti, io credo profondamente  che le migliori siano quelle legate alla riflessione, alla redenzione attraverso la sofferenza, all’ amore e alla gratitudine e alla generosità.

 

Permettetemi ancora di esprimere la mia gratitudine a coloro che mi concedono questo onore! Vorrei ringraziare specialmente il signor Changxiao Zhang, il mio vecchio amico Tianxiao Xie, il signor Hunte Yang il signor Jian Cui e la signora Quan Zhang. E’ per la loro devozione ed entusiasmo che le mie poesie ed il mio nome a dispetto delle limitate traduzioni abbiano raggiunto l’ Italia.  Sono orgoglioso della lunga amicizia che c’è fra noi! Questo significa che nel mio paese o fuori di esso, io non sono solo.

 

Una volta ancora  permettetemi di esprimere la mia cordiale gratitudine a coloro che mi hanno aiutato e confortato  in ogni modo possibile, nei miei giorni senza voce in Cina e fuori dalla Cina. Molti anni sono passati da allora. Ricordo ognuno di loro. E’ esattamente tutto ciò che costituisce la segreta primavera della mia gioia e felicità, e accende la luce della speranza per l’ umanità!

 

Infine, sono terribilmente spiacente di sprecare ancora un poco del vostro tempo. A causa di questo premio, sono stato macchiato e screditato da alcuni poeti minori, volgari e di mente oscurata nella mia confusa madrepatria. Essi proclamano l’ inferiorità di questo premio in quanto originato  dal sistema giudiziario italiano e fortemente associato a prigioni e prigionieri.

 

Proclamano inoltre che il premio non è ufficialmente sponsorizzato. Ciò equivale a calunniare l’ Italia intera- forse che il sistema giudiziario italiano e le sue istituzioni penali non sono parte del sistema ufficiale, ma potrebbe invece essere controllato e manipolato da qualunque organizzazione o da privati? Non mi procura molto fastidio il fatto che essi semplicemente non sopportino il fatto che io possa essere felice. Ma trovo assurdo e ridicolo distorcere la verità in questo modo.  E anche se il premio fosse originato dal sistema giudiziario, forse sarebbe un premio inferiore? Naturalmente, prendendo a prestito un pezzo della saggezza dell’ antica Cina che recita “non c’è un numero uno fra i letterati quando non c’è il numero due fra i guerrieri” io non ho mai pubblicato e nemmeno lo farei, nessuna frase come “il più alto premio letterario” in nessuno dei miei scritti pubblici.

 

D’altronde, anche il Premio Nobel potrebbe non essere il più alto premio del mondo. L’estremo onore per gli esseri umani può essere emanato solamente dal tipo di carattere personale che unisca in sé coscienza individuale, giustizia sociale e creatività.

 

Parlando più accuratamente, sono i concetti di “prigione” e “prigioniero” - riguardino essi l’individuo e la razza umana, in senso realistico o allegorico -  che hanno senza dubbio orientato questo premio in direzione della completa contraddizione fra la libertà ed i problemi che il mondo affronta. In fondo, “prigione” e “prigioniero”  non sono più solamente nomi- sono anche verbi ed aggettivi. Hanno acquisito quasi completamente tutta la versatilità delle parole così da svelare  la verità sul mondo in una maestosa e tragica maniera.  Pertanto quelle parole ignoranti declamate da qualcuno in Cina non possono togliere nessun valore o gloria a questo premio. Visto dalla prospettiva della mia storia personale, questo premio sembra essere stato inconsapevolmente confezionato apposta per me da un paese lontano.

 

È anche presente, attraverso me, riconoscimento, incoraggiamento e rispetto per pensatori ed attori (nella storia o nella vita reale) che sono simili a me. Mi conforta molto il sapere che solo dopo che noi esseri umani abbiamo sperimentato e superato il dilemma dei prigionieri e il ruolo del prigioniero possiamo veramente raggiungere il nirvana della libertà e della pace.

 

Mi fermo qui. Ancora, grazie moltissime a voi!

 

 


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