Un tribunale in Iran ha condannato a morte l’uomo d'affari iraniano Babak Zanjani e due suoi complici per appropriazione indebita, ha comunicato la magistratura.
Il tribunale islamico ha riconosciuto gli imputati colpevoli di "diffondere la corruzione sulla terra", un reato capitale, e ha ordinato loro di rimborsare i fondi sottratti dalla, tra gli altri, National Iranian Oil Company (NIOC), di proprietà statale, ha detto alla televisione il portavoce della magistratura Gholam Hossein Mohseni Ejei.
Gli imputati possono presentare appello contro la sentenza.
"Il giudice di primo grado ... ha condannato i tre imputati a morte," ha detto Ejei nella conferenza stampa settimanale. I tre sono stati anche condannati al pagamento di una multa equivalente a un quarto delle somme che avrebbero riciclato, ha aggiunto.
Zanjani per anni ha stretto accordi petroliferi per miliardi di dollari attraverso una rete di società che si estendeva dalla Turchia alla Malesia e negli Emirati Arabi Uniti, accumulando una fortuna di 10 miliardi di dollari - insieme a debiti dello stesso ordine di grandezza, dichiarò una volta lo stesso magnate ad una rivista iraniana.
Al momento del suo arresto nel dicembre 2013, secondo un portavoce giudiziario, “ha ricevuto fondi da alcuni organi ... e ha ricevuto il petrolio e altre merci ma ora non ha restituito i fondi".
I pubblici ministeri lo hanno accusato di dovere al governo più di 2,7 miliardi di dollari per il petrolio venduto per conto del Ministero del petrolio.
(Fonti: Reuters, Nessuno tocchi Caino news)
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