Nella giornata mondiale contro la pena di morte, Nessuno tocchi Caino lancia l’allarme sull’aumento del numero delle esecuzioni e delle condanne capitali in nome della guerra al terrorismo.
Secondo l’ultimo Rapporto sulla pena di morte nel mondo, nel 2015, almeno 100 esecuzioni per fatti di “terrorismo” o per crimini violenti di natura politica sono state effettuate in 12 Paesi: Arabia Saudita (almeno 2), Bangladesh (4), Ciad (10), Cina (almeno 3), Egitto (7), Emirati Arabi Uniti (1), Giordania (2), India (1), Iran (almeno 1), Iraq (almeno 30), Pakistan (30) e Somalia (almeno 9). Nel 2016, al 30 giugno, almeno 121 persone sono state giustiziate per atti di “terrorismo” in 6 Paesi: Afghanistan (6), Arabia Saudita (almeno 47), Bangladesh (4), Iraq (almeno 55), Pakistan (6) e Somalia (almeno 3).
Inoltre, nel 2015 e nei primi mesi del 2016, centinaia di condanne a morte per “atti di terrorismo” sono state pronunciate anche se non eseguite in altri 6 Paesi: Algeria, Bahrein, Camerun, Kuwait, Libano e Tunisia. Nuove leggi anti-terrorismo che prevedono la pena di morte sono state approvate in Corea del Sud, Guyana e Tunisia.
Per contenere l’uso della pena di morte per terrorismo, l’Associazione radicale Nessuno tocchi Caino è impegnata per i prossimi tre anni in un progetto, sostenuto dalla Commissione Europea, in tre Paesi africani, particolarmente critici, quali l’Egitto, la Somalia e la Tunisia. L’azione verrà condotta in collaborazione con partner locali, l’Agenda delle Donne Somale (SWA) in Somalia, l’Istituto Arabo per i Diritti Umani (AIHR) in Tunisia e l’Organizzazione Araba per i Diritti Umani (AOHR) in Egitto.
“Le situazioni di emergenza, come quella del terrorismo, si combattono con più Stato di Diritto e non con la sua abdicazione”. hanno dichiarato Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, Segretario e Tesoriere di Nessuno tocchi Caino, sottolineando che “anche nella lotta al terrorismo – hanno aggiunto i due esponenti radicali – non possiamo derogare dal rispetto degli standard minimi internazionali in materia di giusto processo nel quadro di un rafforzamento della protezione e del rispetto dei diritti umani, della giustizia e dello Stato di diritto.”
Alla vigilia della Giornata mondiale contro la pena di morte, fissata per il 10 ottobre, il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha diffuso il seguente messaggio:
“La pena di morte è una pratica crudele e disumana. Non ha posto nel ventunesimo secolo. La Giornata mondiale contro la pena di morte di quest'anno si concentra sui reati legati al terrorismo. In tutto il mondo, 65 Paesi mantengono la pena di morte per tali crimini. Per essere legittime ed efficaci, le misure antiterrorismo, come tutte le operazioni di sicurezza, devono essere ancorate al rispetto dei diritti umani e allo stato di diritto. Eppure condanne a morte per terrorismo sono spesso emesse al termine di processi iniqui e sommari da tribunali militari o speciali. Confessioni sono spesso ottenute sotto costrizione o in altri modi nei quali il diritto di ricorso non è rispettato. Alcuni Paesi cercano anche di criminalizzare il legittimo esercizio delle libertà fondamentali, includendo definizioni vaghe nella legislazione antiterrorismo.
Cerchiamo di essere chiari: la partecipazione a proteste pacifiche e critiche di un governo – sia in privato che su Internet o nei media - non sono né reati né atti terroristici. La minaccia o l'uso della pena di morte in questi casi è una grave violazione dei diritti umani. Alcuni potrebbero obiettare che la pena capitale diminuirà il terrorismo. Questo non è vero.
L'esperienza ha dimostrato che mettere a morte i terroristi serve come propaganda per le loro organizzazioni con la creazione di martiri e per rendere più efficaci le loro macabre campagne di reclutamento. Il mantenimento dello stato di diritto e il rispetto dei diritti umani - anche di fronte al terrorismo e all'estremismo violento - è un obbligo che amplificherà la capacità della società di affrontare minacce terroristiche.
Continuiamo il nostro lavoro per l'abolizione della pena di morte in tutte le circostanze e luoghi. Lasciate che le nostre azioni siano sempre guidate dalla bussola etica dei diritti umani - la via più efficace per un mondo più sicuro e più giusto.”
(Fonte: Nessuno tocchi Caino)
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