La giornata elettorale dell’8 novembre ha portato 3 risultati negativi per il movimento abolizionista, e uno positivo. In California è fallito per la seconda volta il tentativo di abolire la pena di morte per via referendaria. Nel 2012 con una percentuale 53/47 gli elettori non avevano approvato una proposta di legge per abolire la pena di morte.
Quest’anno una proposta praticamente identica è stata respinta 54/46. Per la precisione, il quesito referendario denominato Proposition 62 ha ottenuto 3.971.872 Sì e 4.650.097 No (46.07% contro 53.93%).
Una proposta di segno contrario, che limita le possibilità di ricorso dei condannati a morte e inoltre dispone che durante la detenzione abbiano l’obbligo di lavorare e versare il 70% di quanto guadagnato ai parenti delle vittime (Proposition 66) ha ottenuto 4,210,163 Sì e 4,058,667 No (50.92% contro 49.08%).
In Nebraska, con il 61,2% dei voti, è stata approvata la proposta “Referendum 426” che invalida la legge del maggio 2015 con la quale il Parlamento aveva abolito la pena di morte. A favore dell’abrogazione della legge, e quindi della reintroduzione della pena di morte, hanno votato 443.506 elettori, contro 280.587 (38,8%).
Subito dopo la comunicazione del risultato definitivo il governatore Pete Ricketts, che ha capeggiato il fronte per la reintroduzione, finanziando anche con denaro personale la campagna elettorale, ha detto che riavvierà subito le procedure per le esecuzioni rimaste in sospeso.
Di contro il senatore Ernie Chambers, che aveva coordinato il movimento abolizionista, ha detto che ripresenterà la legge per l’abolizione.
In Oklahoma il 66% degli elettori ha votato a favore di State Question 776, che inserisce la pena di morte nella Costituzione dello stato, con l’intento di rendere più difficile l’eventuale l’intervento di un giudice o una corte per fermare le esecuzioni. A favore hanno votato 941.336 persone, contro 477.057 (34%).
In Kansas si è registrato l’unico risultato che può considerarsi positivo per il movimento abolizionista. Agli elettori era chiesto di confermare o meno la nomina di 11 giudici, 5 per la Corte Suprema di Stato e 6 per la Corte d’Appello.
Alcune associazioni favorevoli alla pena di morte avevano fatto campagna elettorale chiedendo non venisse dato il voto di conferma per 4 dei candidati alla Corte Suprema, considerati troppo “liberali” per avere, in passato, emesso troppe sentenze critiche del sistema capitale in vigore.
I cittadini del Kansas, che potevano votare pro o contro ogni singolo giudice, hanno approvato tutte le 11 nomine. I giudici “sotto attacco” hanno ottenuto una percentuale inferiore rispetto agli altri candidati, ma comunque sempre superiore al 54,9%. (fonti: DPIC, Nessuno tocchi Caino)
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