All'indomani della Giornata internazionale dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, il Terzo Comitato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha formalmente adottato la Risoluzione che mira a “Intensificare gli sforzi globali per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili”.
Il documento, che è stato co-patrocinato dall'Italia e depositato dal Gruppo Africano al Palazzo di Vetro lo scorso ottobre e verrà discusso in via definitiva il prossimo dicembre nella sessione plenaria dell'Assemblea Generale, è il risultato della campagna internazionale per la messa al bando delle MGF portata avanti con estrema determinazione da una Coalizione Internazionale composta dall'associazione radicale Non c'è Pace Senza Giustizia, dal Comitato Inter-Africano sulle pratiche tradizionali con effetto sulla salute delle donne e bambine, da Euronet-FGM e dalle Ong La Palabre, Manifesto 99 ed Equality Now.
La Risoluzione, ha dichiarato Alvilda Jablonko, coordinatrice del programma MGF di Non c'è Pace Senza Giustizia, “si staglia come pietra miliare della campagna per coinvolgere la leadership globale nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili in quanto violazione flagrante e su larga scala dei diritti umani fondamentali di donne e bambine”.
Nello specifico, nel testo si esortano i singoli Stati a punire “le pratiche nefaste che colpiscono le donne e le ragazze, in particolare le mutilazioni genitali femminili” adottando “tutte le misure necessarie, comprese misure normative, per vietare tale pratica e proteggere le donne e le bambine da questa forma di violenza e per porre fine all'impunità”.
L'Italia, citata a titolo esemplificativo dallo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite, a questo proposito contiene nel proprio ordinamento interno “disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”: una legge (n. 7 del 9 gennaio 2006) che prevede una serie di misure preventive e la creazione di una fattispecie penale ad hoc che, di fatto, proibisce le MGF.
L'adozione della Risoluzione da parte del Palazzo di Vetro è dunque, come spiega il titolare della Farnesina, Giulio Terzi, “un motivo di soddisfazione particolare per l'Italia, oltre a rappresentare un passo in avanti importante in una battaglia di civiltà che va condotta fino in fondo”. (red)
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