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23/11/24 ore

Gentiloni alla Farnesina, a proposito di rottamazione


  • Giuseppe Rippa

Povero Lapo Pistelli, al terzo tentativo sperava di potercela fare. In fondo nella lunga stagione di viceministro degli esteri aveva acquistato una certa competenza sul campo. E invece no, ecco che il suo ex adepto, il buon Matteo Renzi, lo ha ancora punito. Mica con una donna che ovviamente funziona meglio, per esempio la Sereni o la Quartapelle o la Bonafè .... 

 

Niente di tutto questo. Ne ha avuto un peso la competenza. Lui in fondo qualcosa sul campo l'aveva acquisita …

 

Paolo Gentiloni non sembra un "esperto", tutt'altro. Non si venga a parlare di esigenze di cambiamento. Ci troviamo di fronte ad una nomina che ha un sapore di restauro di vecchi fondi di magazzino, altro che rottamazione.

 

Neanche l'autorevolezza politica e intellettuale sembra offrire una sponda alla scelta. Meno che mai il consenso, basti pensare alla magra figura rimediata dal nuovo inquilino della Farnesina nelle primarie del Pd per l'elezione a sindaco di Roma (è rimasto escluso dal ballottaggio, con il 15% dei consensi). Farsi scavalcare da Marino che una volta eletto, in poco tempo, è riuscito nella stupefacente performance di farsi guardar male da quattro romani su cinque … è tutto dire!

 

Via, si tratta di una vera e propria ingiustizia. Sarà pur vero che tra Pistelli e il rampante Matteo i rapporti si sono seriamente incrinati, ma come diceva Totò "ogni limite ha un decenza..."!

 

È il Corriere della Sera che ricostruisce brevemente la biografia del poco energetico nuovo ministro: " ... Politico romano, 60 anni il 22 novembre prossimo, è già stato ministro delle Comunicazioni tra il 2006 e il 2008, con il governo Prodi, è stato uno dei fondatori della Margherita nel 2002 (con Francesco Rutelli ... AR!) e del Comitato Promotore nazionale del Partito Democratico nel 2007. Laureato in Scienze politiche, giornalista, ha lavorato al Comune di Roma come portavoce del Sindaco e assessore al Turismo e al Giubileo negli anni '90. Eletto in Parlamento dal 2001, è stato anche presidente della commissione di vigilanza Rai. In questa legislatura, da deputato, fa parte della Commissione Esteri ed è presidente della sezione Italia-Stati Uniti dell'Unione Interparlamentare.

 

Sarà pur ben visto dagli americani, ma non può essere questa la ragione che lo ha catapultato come rappresentante della Repubblica italiana nel consesso internazionale. Che l'onnicomprensivo Renzi non voglia ombre lo si è capito da tempo, quindi un fedelissimo, di solito acquattato dietro le file, funziona alla perfezione. La politica estera l'ex sindaco di Firenze la vuole gestire lui e solo lui. Che nessuno si intrometta...

 

In questo senso un politico di vecchio corso, camuffato di nuovo vento di cambiamento, ma assolutamente innocuo e dal modello democristiano di “solidarietà” funziona alla perfezione. Che dire ... il profilo del governo cresce e diventa sempre più “qualificato” ...

 

 


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