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16/11/24 ore

Messina, la “politica” a gettoni


  • Antonio Marulo

Di questo passo bisognerà davvero mobilitarsi per cambiare l’articolo 1 della Costituzione, perché in realtà l’Italia è una repubblica democraticamente fondata sulla truffa. Se poi questa è ai danni dello Stato, va pure meglio, visto che quando il denaro è pubblico ci si arroga maggiormente il diritto di appropriarsene, ritenendolo in pratica di nessuno e quindi liberamente a disposizione per l’arraffo senza ritegno. Così, un giorno è il turno dei falsi invalidi in Campania, un altro giorno è la volta dei furbetti del cartellino di Sanremo, un altro ancora di Gettonopoli a Messina...

 

Proprio quest’ultima sconfortante storia di malcostume contribuirà una volta di più ad alimentare la campagna anti-politica di stampo grillino che scarica, non proprio a ragione, le colpe di qualsiasi malaffare solo sulla Casta per eccellenza. E ciò anche quando ci si trova di fronte a un ordinario caso di miserabile comportamento umano (quindi della ggente con due g) che non rende giustizia nemmeno a chi si “industria” utilizzando la politica per fare grossi affari loschi, fra appalti e clientele.

 

Lucrare infatti su gettoni di presenze fasulle per rimpinguare il magro stipendio di consigliere comunale, come avrebbero fatto più della metà dei consiglieri del Comune messinese – secondo quanto attesterebbero le intercettazioni telefoniche puntualmente diffuse a mezzo stampa - rappresenta più che altro la conferma che il ruolo di amministratore periferico viene visto oggi come un’occupazione qualunque per portare indegnamente a casa la pagnotta anche con mezzucci di bassa lega.

 

Il tutto accade proprio mentre la città dello Stretto è già sotto i riflettori per una crisi idrica senza precedenti, fra ritardi e le consuete inefficienze, dopo i danni alle condutture causati dai recenti nubifragi, per giunta nel catanese. A conferma anche del vecchio e amaro adagio che vuole la Sicilia luogo straordinario dove con l’acqua più che altro si mangia. Questa però è un’altra storia.

 

 


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