Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

22/11/24 ore

Referendum c.v.d. (come volevasi dimostrare)


  • Silvio Pergameno

C.V.D.,l’acrostico che ogni buon matematico pone alla fine del suo teorema, partito da un’affermazione data per scontata, magari con una punta di presunzione, ma poi brillantemente dimostrata: come volevasi dimostrare…c.v.d.

 

Il referendum del 4 dicembre ha dato un risultato atteso, di cui il Presidente del consiglio “dimissionario” non dovrebbe dolersi  - nelle logiche dell’Italietta nazionale - e lo dico con convinzione: 40,81% di “SI”, il massimo  cui potesse sperare e che eguaglia quello delle europee del 2014,  quando ottenne il voto di quegli italiani che avevano visto in lui almeno un principio di speranza o forse solo un’illusione.

 

Non è un fatto nuovo nella nostra storia unitaria chissà quante volte è successo… una sicuramente da ricordare, è, comunque, quella dell’avvento del centro sinistra nei primi anni sessanta del secolo scorso: ormai il traguardo lo si era raggiunto, con il PSI, che lasciava l’unità d’azione del PCI…. Non si era raggiunto un traguardo, ma non era niente.

 

Questa volta c’è stata più prudenza. Ma mi colpì molto due mesi fa l’annuncio del “sì” di Massimo Cacciari, così alla vigilia della consultazione quello di Romano Prodi e quello di Eugenio Scalfari (che, del resto, già prudentemente tifava) e di molti di noi: una riforma che non persuadeva, ma… per me erano trentacinque anni di tentativi andati a vuoto: da sinistra Craxi, da destra Berlusconi, tre Commissioni bicamerali, una sequela di leggi elettorali e alla fine un Italicum, con cui fortunatamente non si voterà e sempre nella convinzione che i timori per la forma di governo riguardassero più la costituzione di fatto che  quella così come è scritta.

 

Già, perché il “NO” non ha vinto per la giustezza delle posizioni di quanti hanno sottolineato le manchevolezze della riforma e di quanti hanno promesso di darcene una assai più bella. Il “NO” ha vinto come espressione di massa del marciante populismo a livello di tutto l’Occidente, che significa il rischio del successo di Grillo e Salvini, come si è già visto con la Brexit (che probabilmente si rivelerà solo una cavolata), con la vittoria di Trump (che non si sa cosa ci promette…) e come si rivelerà nel corso delle varie consultazioni che in Europa ci attendono per il 1917,  con Marine Le Pen in Francia e in Germania con Alternative fuer Deutschland, in Austria mandando Hofer a far coppia con Orban in Ungheria.

 

Grillo, assenza di governo… Salvini, magari la corsa in Russia del Consiglio Regionale del Veneto … Renzi ha presentato del dimissioni del Governo. Ma intanto Pierre Moscovici commissario europeo per gli Affari economici en finanziari, ha espresso fiducia nella situazione italiana con parole di apprezzamento per il governo in Europa si sono capiti i rischi: c’è la necessità di scongiurare conseguenze temibili… il Daily Mail auspica una seconda Brexit…

 

Come radicali di Quaderni Radicali e di Agenzia Radicale chiediamo la legge elettorale uninominale: è l’unica proposta significativa e saggia nella presente situazione politica.

 

 


Aggiungi commento