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23/11/24 ore

Siria, il 'piano di pace' di Assad non convince la comunità internazionale


  • Livio Rotondo

Tra applausi da stadio, nella sala del Teatro dell'opera di Damasco gremita di persone in evidente (o apparente) esaltazione, Bashar al-Assad ha presentato davanti alla nazione, attraverso la tv di stato, il piano di pace per la Siria; l’unico, a suo dire, realmente attuabile.

 

Dopo le parole di cordoglio per le vittime della rivoluzione, per lo spargimento rovinoso di sangue degli ultimi 21 mesi di conflitto e per la condizione dei profughi in fuga dalle loro abitazioni, il Presidente ha posto al centro del discorso la centralità della Siria e dei siriani, sottolineando l’utilizzo strumentale del conflitto da parte di nazioni estere e la presenza ingombrante nel paese di stranieri ed estremisti religiosi.

 

Quello che a prima vista potrebbe sembrare un discorso rivolto al popolo, in realtà “non lo è”, denunciano i rappresentanti della Coalizione dell’opposizione: Assad – dicono - sta solo cercando di mantenere il potere nelle sue mani; non vi sarebbe infatti nel suo discorso nessuna apertura a cedere la sovranità ai siriani.

 

Intanto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, ha voluto esprimere, attraverso le parole del suo portavoce Martin Nesirky, il proprio disappunto per il discorso tenuto domenica dal Presidente Assad che "ha respinto l’elemento più importante del comunicato di Ginevra del 30 giugno 2012, vale a dire una transizione politica e la creazione di un governo transitorio con pieni poteri esecutivi che includa i rappresentanti di tutto il popolo siriano”.

 

Effettivamente il piano di pace in tre punti presentato da Bashar al Assad sembrerebbe non riconoscere in nessun modo una responsabilità del regime per l’attuale situazione in cui versa il paese. Viene chiesto infatti in prima istanza di interrompere immediatamente il finanziamento e l’armamento dei ribelli da parte di coalizioni straniere: questo per consentire l’arresto di “operazioni terroristiche” sul territorio e permettere il ritorno dei profughi nelle case abbandonate; solo a quel punto le operazioni militari dell’esercito si fermerebbero.

 

In una seconda fase poi il governo sarebbe chiamato a convocare una conferenza di dialogo nazionale che dovrebbe però tenere fuori qualunque intervento esterno. Infine, l’elaborazione di una nuova Costituzione e nuove elezioni parlamentari. Se il governo iraniano ha fatto sapere di approvare il piano proposto dal Presidente, per Haytham Manna, scrittore siriano e presidente del Comitato di coordinamento delle forze del cambiamento democratico all’estero, il piano di Assad mancherebbe di consistenza.

 

In un’intervista ad Adnkronos International Manna ha spiegato: “(il piano) si basa su un’interpretazione erronea ed arbitraria dei fatti. Come medico Assad dovrebbe sapere che una diagnosi sbagliata porta inevitabilmente ad una cura inutile”.


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