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24/11/24 ore

Immigrazione, Obama spinge per una maxisanatoria



“E' semplice: abbiamo la volontà come popolo, come Paese, come governo, di lasciarci finalmente la questione alle spalle”. Piglio diretto e deciso, quello dimostrato da Barack Obama nel suo intervento da Las Vegas, nell'affrontare l'annoso problema rappresentato dalla riforma sull'immigrazione.

 

Il discorso del presidente americano, all'indomani della presentazione di un progetto di legge da parte di un gruppo di 8 senatori (4 democratici e 4 repubblicani) basato su un “duro ma equo percorso vero la cittadinanza per gli immigrati irregolari che al momento vivono negli Stati Uniti”, esorta il Congresso a cercare un punto di contatto per approvare una legge in grado di “aggiustare un sistema rotto da troppo tempo”.

 

Se Camera e Senato non riusciranno a trovare un'intesa, spiega Obama da una scuola del Nevada (stato che vanta la più grossa comunità ispanica del Paese, circa il 27% dell'intera popolazione), “invierò io una mia proposta di legge e insisterò per votarla subito”.

 

Una maxisanatoria dunque oramai inevitabile, quella che riguarda ben 11 milioni di immigrati irregolari sull'intero territorio degli States, la maggiorparte dei queli di orgini latina. Minoranze che hanno votato Obama alle ultime elezioni, milioni di voti che potrebbero assicurare un lungo 'dominio' democratico.

 

Secondo la bozza bipartisan presentata a Capitol Hill, chi vive da anni in maniera irregolare negli Usa deve dimostrare di pagare le imposte, di conoscere la Costituzione, di saper parlare inglese e di avere un lavoro. Solo così, dopo essersi sottoposti a una serie di controlli burocratici, si potrà richiedere la residenza, diventando a pieno titolo cittadini americani. Il tutto, però, solamente quando gli Stati Uniti avranno rafforzato la sicurezza dei propri confini. (red)


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