Nella Lancaster House, sede di rappresentanza del Foreign Office britannico, a pochi passi da Buckingham Palace, 54 delegazioni di Paesi sovrani e organizzazioni non governative discutono del piano “Six Pillars” (Sei Pilastri) per riportare la pace e per la ricostruzione della Somalia.
Ieri la Bonino, a margine di un incontro bilaterale con il suo omologo britannico William Hague, aveva avvertito: “Un’interruzione del processo di pace in Somalia avrebbe conseguenze drammatiche”. Ma, sul tavolo delle discussioni con Hague, anche la Siria, il mercato comune europeo e la violenza sessuale in contesto di guerra, tema molto caro al Regno Unito.
Alla conferenza il ministro ha confermato sulla Somalia il forte impegno del governo italiano per il processo di stabilizzazione nel Paese, un impegno “che c’è e c’è stato anche quando altri non avevano la stessa attenzione”. Il coinvolgimento dell’Italia è stato tale anche “spingendo altri in Europa a fare altrettanto”.
L’Italia - ha aggiunto a margine della conferenza di Londra - si considera “partner” del governo somalo, governo che nel processo in corso “prende le sue responsabilità”. “Vogliamo organizzare anche in Italia, un evento sulla Somalia” ha rivelato.
“La questione della stabilizzazione ci è chiara e il nostro Paese può e deve giocare un ruolo. La mia presenza qui a Londra è per confermare il nostro rinnovato impegno per la Somalia. Il nostro è un legame storico e ora crediamo in un assetto di tipo federale.
Questa - ha aggiunto Bonino - è anche una questione di sicurezza e gli ultimi attentati lo hanno confermato. Allo stesso tempo restiamo molto attenti al rispetto dei diritti umani, in particolare di donne e bambini. Sulla Somalia serve un approccio omogeneo e serve continuità. La conferenza dell’Unione europea di settembre sarà un momento importante”.
Rispondendo a una domanda della stampa somala, Bonino ha precisato: “Non credo che i precedenti governi abbiamo snobbato i problemi somali, magari solo perché si tratta di una ex colonia. Abbiamo un budget per la Somalia e questa è una notizia. Benvenuto ora - ha concluso il ministro - ogni supporto esterno”.
Alla domanda se tornerà in Somalia il ministro degli Esteri Emma Bonino ha risposto: “Dopo Chisimaio? Sì, certamente”. Il chiaro riferimento del giornalista è all’episodio che nel 1996, aveva visto la delegazione di Emma Bonino in visita in Somalia da commissaria europea per gli aiuti umanitari, bersaglio di una sparatoria tra fazioni rivali. Riferimento che la titolare della Farnesina ha colto immediatamente, mimando anche il gesto di un’arma. In quell’occasione Bonino fu testimone diretta della fragilità della situazione sul terreno, assistendo da molto vicino a due sparatorie in poche ore, tra fazioni rivali che si contendevano l’onore di riceverla. (fonte Radicali Italiani)
- Bonino incontra la stampa, video (da radioradicale.it)
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