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22/11/24 ore

Cosacchi a Parigi


  • Silvio Pergameno

 

Il 12 Agosto scorso è partito da Mosca un corteo sui generis: ventitre cosacchi del Don con i loro cavalli del Don e le meravigliose divise di duecento anni fa, sciabole, bardature, bandiere e gagliardetti, un corteo diretto a Parigi, dove, è dato presumere, pianteranno le tende sotto l’Arco di Trionfo, nel bicentenario di Waterloo e dell’occupazione della capitale francese da parte dei soldati dello zar Alessandro I, che aveva ordinato all’inverno russo di sloggiare Napoleone e la sua grand’armée dalle terre della Santa Russia.

 

Un ordine puntualmente eseguito. Non hanno intenzione bellicose questa volta i cosacchi e comunque sarebbero sicuramente fermati da un qualche sbarco di marines dello zio Sam, vendicatore di tutti i torti e di tutti i soprusi: è certo, infatti, che vengono per una rievocazione storica, in nome della pace e per promuovere conciliazione e collaborazione, come garantisce il Corriere della Sera, che ha dato la notizia.

 

Il corteo è organizzato da un privato, ma nessuno è disposto a credere che Valdimir Putin non ne sappia nulla, tanto più che il premier moscovita non manca di ricordare che i russi la vittoria ce l’hanno nel DNA… Ma in ogni caso le difficoltà non mancheranno, per via della solita storia dei confini da superare e sono parecchi, lo si sa bene, e i doganieri di tutti i paesi non perdono occasione per cercare di divertirsi.

 

I primi saranno quelli russi, ben contenti di cercare di evitare l’esportazione di materiale storico e di cavalli di razza: stiamone certi, qualche motivo per cercare di frapporsi al transito lo troveranno di sicuro. E poi i cosacchi di due secoli fa avevano sicuramente barba e baffi che oggi non si usano più; ma nei loro passaporti come saranno le foto?

 

Poi ci saranno quelli di Lukashenko; ma qui forse tutto andrà per il meglio: penseranno che sono tornati i bei tempi antichi, quando non si andava tanto per il sottile…Ma al passaggio negli stati baltici, come la mettiamo? Qui i trascorsi rapporti lasciano alquanto a desiderare e l’arrivo di un contingente di truppe scelte russe e armate sia pure di sole armi da taglio e archibugi può creare qualche problema.

 

Situazione ancora più spinosa alla tappa successiva, ai confini con quella Polonia, cattolica e nazionalista, che alla Russia di pensieri ne ha dati sempre tanti (e viceversa…) e che si è persino permessa di recente di fornire un Papa polacco senza chiedere il benestare a nessuno. E che Papa poi, che si è persino permesso di darsi da fare per far finire il comunismo. Qui occorrerà attenta vigilanza.

 

Tutto invece correrà liscio al confine Oder-Neisse, per entrare in Germania. C’è il rischio di un’apoteosi, con la Kanzlerin a dare il benvenuto, scontata dal più conosciuto degli esponenti dell’opposizione che sfoggia tanto di bombole di gas della Gazprom… Resta certamente infine il confine francese.

 

Come la prenderanno a Parigi? E il Presidente Hollande sarà sotto l’arco di Trionfo ad accogliere il tradizionale alleato della Francia in funzione antitedesca? O si sentiranno offesi da un evento, nel quale comunque qualcosa di sgradevole, suvvia!, ci sta… Ma come gli è venuto in mente!


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