Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Orban, sarà un lavoro per Conte...



Sulle prime la decisione si presta all'enfasi giornalistica delle migliori occasioni: il Parlamento europeo vota contro l'Ungheria di Orban per le violazioni alle regole democratiche e lo stato di diritto. Salvo poi scoprire un attimo dopo che il sì alla mozione per l'avvio delle procedure per l'applicazione dell'articolo 7 del trattato di Lisbona rimarrà con molte probabilità solo agli atti, senza portare a reali sanzioni, la più grave delle quali è la negazione del diritto di voto.

 

Questo perché, come spesso accade con l'Ue, è stato previsto un meccanismo decisionale lungo e farraginoso con eventuale voto finale all'unanimità, a parte quello del Paese chiamato in causa.

 

Oggi è quindi il momento della gloria per chi - M5S a parte - si professa europeista e difensore dei diritti umani minacciati dall'orda sovranista che rischia di travolgere il continente. Ma la cosa finisce qui. Tutt'al più, per questioni di bottega interna, sarà interessante scoprire l'evoluzione dei fatti tra pentastellati e Lega.

 

Come è noto già dal dibattito e le polemiche che hanno preceduto la decisione odierna, gli alleati di governo hanno scelto fronti opposti: i deputati grillini hanno votato per l'avvio della procedura, gli uomini di Salvini hanno invece  mantenuto la posizioni filo Orban compattandosi per una volta con Forza Italia.

 

Destino cinico e baro vuole che la palla ora passi al Consiglio dei capi di Stato e di governo che, prima di arrivare all'eventuale richiesta vera e propria, dovrà deliberare a maggioranza di 4/5 sulla proposta del Parlamento dell'esistenza di un chiaro rischio di grave violazione dei valori dell'UE in Ungheria.

 

Per ovvi motivi la posizione dell'Italia non è per nulla chiara. Il premier e “avvocato del popolo” avrà il difficile compito di fare sintesi in sede di Consiglio europeo. Roba da azzeccagarbugli, per l'appunto. (red.)

 

 


Aggiungi commento