Agenzia Radicale è intervenuta a più riprese sulla questione del memorandum La Via della Seta. Il Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali), presieduto da Andrea Margelletti, partendo dalla discussione sullo stato dell’arte delle relazioni bilaterali tra Italia e Cina, alla luce degli sviluppi avuti nel corso dell’ultimo anno, in una conferenza stampa lo scorso 9 aprile ha presentato un progetto con cui intende approfondire le criticità che ancora vengono riscontrate dagli stakeholder e il possibile ruolo che una maggior conoscenza del sistema Cina potrebbe giocare per rafforzare le opportunità bilaterali.
Si chiama Xiàng, il progetto per una nuova direzione nelle relazioni con la Cina, che vuole distinguersi nella visione e nell'approccio alle questioni aperte con la firma del memorandum.
Tra le cose che vanno meglio comprese c'è sicuramente il famigerato 5 G, divenuto il pomo della discordia Oriente-Occidente e nuovo spauracchio che vede l'Italia già coinvolta come hub europeo per lo sviluppo della nuova e rivoluzionaria teconologia digitale. Ai primi punti nell'agenda dei paesi c'è anche il tema dell'energie rinnovabile.
Anche in questo ambito la Cina è all'avanguardia, come primo investitore mondiale in un settore destinato ad influire anche dal punto di vista geopolitico. Scegliere il modo giusto di essere della partita determinerà la capacità di cogliere le opportunità evitando le minacce.
Lavorare con la Cina "one to one" non è scelta saggia. Da questo punto di vista i segnali che ci giungono dal governo non sono incoraggianti, nemmeno quando sembra che si vogliano favorire le partecipazioni di altri paesi...
Francesco Sisci, professore all’Università del Popolo di Pechino, in una intervista a la Repubblica ha sottolineato che “Prima di firmare il memorandum con la Cina l’Italia doveva trovare un grande accordo con Stati Uniti e Unione europea, ma questo governo non conosce l’abc della politica”. La Via della Seta è stata al centro dell’agenda politica (si fa per dire…) del nostro Paese. “La Via della seta è un cambiamento epocale – sottolinea ancora Sisci - , che rilancia quattrocento anni di storia di relazioni politiche e commerciali, ma proprio per questo ha bisogno di grande attenzione in come viene portata avanti. In questo caso anche per l’Italia”.
Di seguito un resoconto dell’avvenimento, a cui hanno partecipato: Yanu Zhang, capo Ufficio Politico della Repubblica Popolare Cinese in Itali, Francesca Manenti, Senior Analyst Asia e Pacifico Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali, Giorgio Aliberti, Vice Direttore per l’Asia e l’Oceania, Capo Ufficio VIII, DG Mondializzazione, Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale(MAECI), Alessio De Sio, Institutional, Regulatory Affairs and Public Relations Director, ZTE Italia, Ruggero Aricò, Head of Institutional Affairs Europe, Africa, Asia and Oceania ENEL Green Power, Vittorio Torbianelli, Unità Progetti Speciali Autorità Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale/ Porto di Trieste, moderati da Gabriele Iacovino, Direttore Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali.
Le conclusioni, a nostro avviso quanto meno fantasiose, sono state del sen. del M5S Vito Rosario Petrocelli, Presidente Commissione Affari Esteri del Senato
Agenzia Radicale seguirà le tappe di questo gruppo di lavoro del Ce.S.I. e svilupperà interventi politici e culturali sul tema.
Sempre il prof. Sisci nella richiamata intervista ha sottolineato “… I rapporti economici con la Cina sono solo una parte delle relazioni economiche italiane. Quindi gli accordi con la Cina devono diventare un di più, e non sottrarre ad altro. Cioè se esportiamo più in Cina ma meno in Europa e negli Stati Uniti cosa otteniamo? L’Italia può poi realisticamente garantire duemila e rotti miliardi di debito come stanno facendo Bruxelles e Washington?”…
- Xiàng, quale direzione nelle relazioni tra Italia e Cina (Agenzia Radicale Video)
- Maledetta Politica. Sulla via della seta l'attacco alla libertà (Agenzia Radicale Video)
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