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24/11/24 ore

Israele: il ritorno di Benjamin Netanyahu. Conversazione con il prof. Andrea Yaakov Lattes



Dopo aver ricevuto i risultati ufficiali delle elezioni legislative del primo novembre, il capo dello Stato israeliano Isaac Herzog ha avviato le consultazioni con le liste rappresentate alla Knesset per stabilire a chi affidare l'incarico della formazione del nuovo governo.

 

Non vi è alcun dubbio che il mandato verrà dato a Benjamin Netanyahu che guida una coalizione di destra e che ha vinto le elezioni ottenendo 64 seggi, avendo quindi ha la maggioranza dei 120 di cui è composta appunto la Knesset.

 

Herzog ha ricevuto e riceverà i rappresentanti del Likud, di Yesh Atid (il partito centrista di Yair Lapid), di 'Campo istituzionale' (il partito centrista di Benny Gantz) e del partito ortodosso Shas. Le consultazioni proseguiranno fino a venerdì - informa l’agenzia giornalistica ANSA. È probabile che domenica Herzog annuncerà l'affidamento dell'incarico per la formazione del nuovo governo.

 

Dopo 5 elezioni in poco più di tre anni e mezzo, Israele sembra poter contare su una maggioranza nel parlamento. È questa la venticinquesima legislatura, dopo la precaria guida che ha visto susseguirsi numerosi tentativi tra disillusioni, esperimenti abortiti e tentativi durati poco.

 

Benjamin Netanyahu è considerato un maestro delle coalizioni e ha guidato Israele per molti anni. È il leader con il maggiore numero di anni di governo sulle spalle. Il suo ritorno, nonostante i suoi problemi giudiziari ancora in corso (accuse da cui si è sempre dichiarato estraneo), non attenua la sua determinazione nella sua funzione di leadership, potendo contare sul suo personale prestigio internazionale.

 

Sionismo Religioso, il partito del discusso Itamar Gvir, con i suoi 14 seggi, sarà determinante per un forte spostamento a destra del probabile Governo Netanyahu? Gli oppositori al premier entrante si sono presentati divisi, favorendo quindi il fronte politico di destra.

 

“… Rimane uno spazio residuale per una diversa ipotesi di alleanza - scrive Claudio Vercelli sulo sito joimag.it. Se il Likud di Netanyahu dovesse scegliere un accordo politico con Gantz, pur con tutti i problemi che da ciò deriverebbero, gli estremisti di Sionismo religioso rimarrebbero all’opposizione. Ma appare assi improbabile che le cose possano seguire un tale indirizzo, posto che già da ben prima delle elezioni era parso più che evidente il fatto che i rapporti politici tra l’ex premier e i due maggiori esponenti del partito estremista di destra, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Yoel Smotrich, sono tali da agevolare l’ingresso di questi ultimi nella nuova maggioranza parlamentare, eventualmente premiando e promuovendo i suoi leader al rango di ministri. Nonostante i crescenti dissensi, anche piuttosto pronunciati, che arrivano da molte parti, soprattutto dall’estero, a partire dagli Stati Uniti, dove la crescita della destra radicale è seguita con scetticismo se non apprensione…”.

 

Sullo sviluppo della vicenda israeliana e sulle prime possibile interpretazioni del dopo voto discute con Agenzia Radicale il prof. Andrea Yaakov Lattes  che ha insegnato alla Bar Ilan University, al Gratz College di Philadelphia e attualmente è docente presso il Yaad Academic College di Tel Aviv.

 


 

- Israele: il ritorno di Benjamin Netanyahu. Conversazione con il prof. Andrea Yaakov Lattes

(Agenzia Radicale Video)

 

 


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