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23/12/24 ore

7 ottobre: 'Orrore senza se e senza ma'... 1988, Pannella: Israele in Europa. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa



Troppo grande è la sofferenza, che si è provata e che resta dentro di noi, nel vedere le immagini del massacro di cittadini inermi, trucidati, decapitati, bruciati.

 

Troppo intensa il senso di angoscia nel vedere la sorte di bimbi innocenti assassinati, sgozzati, sequestrati. Si resta attoniti nel vedere giovani, anziani, donne, investiti da una furia assassina che riporta alla mente i crimini nazisti compiti nel totale disprezzo della dignità umana…

 

Si è trattato, in quel sabato 7 ottobre 2023, di assistere a uno dei più odiosi crimini di massa  compiuti senza che chi ne era vittima era coinvolto in azioni di guerra, quella guerra terribile e insensata che gli uomini, al culmine della loro follia, compiono …

 

Il conflitto tra Israele i palestinesi, che si è manifestato nell’odiosa forma del massacro compiuto da quell’ala assassina e terrificante del gruppo terroristico di Hamas, ha aggiunto un’altra pagina a una spirale di odio che trae origine da motivi che la comunità internazionale non ho voluto risolvere e che ha radici antiche storiche, ma che è alimentato dal fanatismo religioso. 

 

Il conflitto è iniziato con una dichiarazione di guerra letta dal comandante di Hamas, mandata in onda dal canale qatarino Al-Jazeera, la stessa mattina di sabato 7 ottobre - ha scritto il presidente del Middle East Media Research Institute ed ex consigliere per l’antiterrorismo di due primi ministri israeliani Yigal Carmon -, quando gli squadroni della morte di Hamas si sono infiltrati in territorio israeliano, uccidendo, torturando e rapendo indiscriminatamente donne e bambini. Da allora, il canale ha riportato tutti i messaggi di Hamas sulla guerra, ripetendo più volte durante la giornata i discorsi del portavoce di Hamas, Abu Ubayda, e trovando giustificazioni ai terribili atti del movimento terroristico.

 

Per oltre un decennio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha collaborato con il Qatar, che ha fornito 1,5 miliardi di dollari a Hamas a Gaza. Questi soldi non sono serviti a sviluppare la Striscia di Gaza (che sarebbe potuta diventare una nuova Singapore), ma a costruire un esercito di 30.000 militanti e un enorme arsenale missilistico, ricco di armi e munizioni sufficienti per una guerra prolungata. Questi fondi hanno anche permesso a Hamas di costruire una città sotterranea con decine di chilometri di tunnel, posti di comando e di battaglia, e con un sistema di allarme rapido altamente tecnologico.

 

Il MediOriente è ritornato ad essere, nella complessità e ambiguità della sua storia, l’epicentro della nuova Guerra Fredda. E proprio alla luce di questa preoccupante prospettiva geopolitica ritorna nella mente quanto il leader radicale Marco Pannella scrisse sul Jerusalem Post nel 1988: “Allargare le frontiere europee fino a comprendere lo stato ebraico è ‘l’unica possibilità di andare a una rivoluzione democratica in tutto il medio oriente” e ancora aggiungeva “I confini di Israele possono essere i confini degli Stati Uniti d’Europa (e del Mediterraneo). I cittadini d’Israele possono essere i cittadini degli Stati Uniti d’Europa, della Comunità Europea”.

 

Oggi si comprende come “Israele nell’Ue era ed è il naturale, necessario ricongiungimento, premessa dell’auspicabile ricongiungimento europeo, mediterraneo: con Turchia, con Giordania, Palestina e Libano democratici, fino al Maghreb, al Marocco…”…

 

Francesco Sisci, giornalista e analista politico, discute con Giuseppe Rippa di questo e delle implicazioni internazionali che spingono alla ricerca di una risposta ad un dramma di proporzioni enormi e i cui rischi di allargamento hanno carattere non solo regionale ma mondiale. Tutto questo partendo da una condanna netta e precisa dell’orrore del 7 ottobre…

 


- 7 ottobre: Orrore senza se e senza ma! 1988, Pannella: Israele in Europa. Conversazione Sisci/Rippa

(Agenzia Radicale Video)

 

 


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