Il 7 ottobre 2023 si è consumato il più grande dramma dalla tragedia della Shoah. In un contesto Medio Orientale attraversato da decenni e decenni di conflitti, in una situazione molto molto complicata in cui il racconto si è limitato superficialmente a quello che veniva e viene definito lo scontro tra arabi e ebrei.
La verità è che invece contiene altri e forse più decisivi motivi di conflitto tra arabi e musulmani, tra sunniti e sciiti, tra vocazioni di supremazia di sceicchi del petrolio, forsennati capi religiosi, potenze finanziarie alla ricerca di sbocchi di potere nel mondo globalizzato.
Si assiste ad un uso ignobile e violento sulla parte più fragile, debole, emarginata del mondo arabo, i palestinesi, da parte dello stesso mondo arabo.
Quei palestinesi che da sempre, più che in conflitto con ebrei e Israele, è quella realtà umana che viene giocata come vittima sacrificale di uno scontro tutto interno ai già richiamati regimi arabi finanziari e religiosi di quell’area. E questo al di là della retorica di quello Stato della Palestina che essi stessi non hanno consentito esistesse.
Il perché l’Occidente, dopo aver accantonato la pratica di ritenere Israele la punta in Medio Oriente, culturale, morale, istituzionale dei suoi valori, si sia accinto a partecipare ad un gioco che ha favorito l’occupazione della domanda politica dei palestinesi da parte di gruppi terroristici e di potenze che dei diritti umani e della difesa dell’umanità non hanno nessun interesse.
É evidente che la complessità della situazione non consente una sintesi così brutale, ma per capire lo stato delle cose è importante inquadrare la situazione in questo scenario.
Quello che però da moltissimi anni non può che stupire è la mancanza di percezione che quello che accade è la punta più avanzata di un attacco all’occidente collettivo che non è certo tutto così limpido, ma che comunque è l’unica realtà in grado di contribuire ad un modello di approdo ad una prospettiva di un mondo in cui, nel rispetto delle culture, delle religioni, dei modelli istituzionali, sappia fare del diritto, dei diritti delle persone, il baluardo della difesa dell’umanità, costruendo le condizioni di un vera pace che non sia evocazione di un pacifismo evanescente quanto non in mala fede e subalterno alle forze dell’aggressione.
Il lavoro di Anna Mahjar-Barducci, ricercatrice del Memri - Middle East Media Research Institute, l’istituto di ricerca sui media del Medio Oriente e non solo, collaboratrice da sempre di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale, fa comprendere quanto questa trama più essere rilevata proprio attraverso un’analisi degli eventi e delle persone che sono state vittime dell’eccidio del 7 ottobre 2023 e che l’informazione, le televisioni e i cosiddetti intellettuali dell’Occidente, hanno in tutti i modi dimenticato e fatto dimenticare, voltandosi dall’altra parte.
Quella che segue è una conversazione da Gerusalemme con la stessa Anna Mahjar-Barducci con Giuseppe Rippa direttore di i Quaderni Radicali e Agenzia Radicale.
- 7 ottobre 2023: il pogrom dimenticato. Conversazione con Anna Mahjar-Barducci
(Agenzia Radicale Video)
(foto di Hili Carmon)
é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
è uscito il nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "l'altro Radicale disponibile |