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23/11/24 ore

Carige, il salvabanche a 5 Stelle


  • Antonio Marulo

Un'altra giornata della “vergogna”, meglio, del “vergognatevi”, con relativa richiesta di pubbliche scuse. Si è perso il conto, ormai. Malgrado da più parti si consiglia al Pd di cambiare schema, perché non funziona, perché – dice chi s'intende di comunicazione politica - non è così che si fa un'opposizione efficace.

 

Eppure, un po' di “umana” comprensione bisogna averla. Mettetevi infatti nei loro panni strappati da una martellante campagna di criminalizzazione per ciò che facevano e che hanno fatto, mentre oggi, “questi qua” si comportano allo stesso modo su Ilva, sul Tap, sulle Trivelle, probabilmente sul Tav, e in altri casi fanno pure di peggio (vedi Rai e spoil system più o meno spinto con annesse schedature).

 

Con la vicenda Carige siamo poi al parossismo del genere propaganda farlocca, perchè riguarda il cavallo di battaglia principale dell'antirenzismo: le banche d'affari, degli amici e dei parenti salvate con i soldi degli italiani. Allora – arringava con sdegno e rabbia il tribuno Di Battista – bastarono 18 minuti per salvare le banche in dissesto. Questa volta pare che 5 stelle e Lega abbiano impiegato anche meno per partorire un decreto urgente che stabilisce in caso di necessità l'aiutino pubblico, se non addirittura la nazionalizzazione dell'Istituto ligure come extrema ratio.

 

Gli esponenti del Partito democratico, in coro e in ordine sparso, comunque si rallegrano per la decisione che avvalorerebbe politicamente le scelte passate. La mossa del governo penta-leghista va infatti nella medesima direzione tracciata da Gentiloni e Padoan, continuando ad alimentare tuttavia l'azzardo morale di irresponsabili e spregiudicati banchieri.

 

Tanto, messi alle strette, paga sempre Pantalone.

 

 


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