Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

22/11/24 ore

Grillo e l'allarme antisemitismo a 5 stelle


  • Ermes Antonucci

Secondo quanto riportato oggi da La Stampa, su vari media online americani legati alla comunità ebraica starebbe scattando l’allarme per le posizioni di Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle, ritenute anti-israeliane e in certi casi antisemite. Il sito conservatore American Thinker, riprendendo un’intervista che l’ex comico rilasciò nel giugno dell’anno scorso al giornale Yedioth Ahronoth, ha addirittura paragonato il risultato ottenuto da Grillo a quello di Mussolini nel 1922.

 

Un successo cioè, secondo il sito americano, in grado di riaprire le porte ad una propaganda populista ed antisemita. Nella citata intervista di giugno al più diffuso quotidiano israeliano, Yedioth Ahronoth, Grillo si lasciò andare a considerazioni che suscitarono molte polemiche.

 

A partire dall’attacco nei confronti di presunte lobby ebraiche che controllerebbero l’informazione mondiale: “Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un’agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c’è un ex agente del Mossad”. Tesi ridicola così come il New York Times e poi La Repubblica si sono incaricati di smentire (scriveva Thomas L. Friedman: ... di Memri ammiro molto il fatto che non traduce soltanto i contenuti sgradevoli, ma anche i commentatori arabi liberali, riformisti e coraggiosi. Ho chiesto se potevano inviarmi un campione dei filmati che istigano all'odio regolarmente trasmessi dalle emittenti arabo-musulmane…).

 

A far discutere fu anche la prudenza mostrata nel valutare alcune emergenze in Medio Oriente. Sui massacri in Siria: “Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratti d’agenti infiltrati nel Paese”.

 

Sull’Iran di Ahmadinejad: “Quelli che scappano, sono oppositori. Ma chi è rimasto non ha le stesse preoccupazioni che abbiamo noi all’estero. L’economia lì va bene, le persone lavorano”. Proprio Ahmadinejad in realtà, sempre secondo Grillo, non avrebbe alcuna intenzione di eliminare lo stato d’Israele, come più volte sostenuto: “Non penso lo voglia davvero: lo dice e basta. Del resto, anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano m’ha spiegato che le traduzioni non erano esatte...”.

 

Un’uscita sulla quale il corrispondente Menachem Gantz ironizzò: “Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano, il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera”. In seguito anche il portavoce della sinagoga milanese Bet Shlomo, Davide Romano, espresse la sua preoccupazione: “Noi passiamo giorni, mesi e anni nelle scuole, e non solo, a combattere contro i pregiudizi e gli stereotipi. Poi arrivano parole come le sue e rischiano di rovinare tutto”.

 

“Ci domandiamo – aggiunse Romano – cosa accadrebbe se avesse una responsabilità di politica estera, per esempio. E se sarebbe coerente con queste dichiarazioni, che sembrano ispirate a un vecchio anti-americanismo, da anni Cinquanta”. Ma oggi a lanciare l’allarme – sottolinea La Stampa – sono anche altri siti, come Tablet Magazine o Algemeiner, che riprende un articolo di Giulio Meotti in cui si ricordano le uscite di Grillo contro “l’industria dell’Olocausto”, la difesa degli attacchi di Mel Gibson agli ebrei, e le frasi pubblicate dai militanti sul blog e su Facebook, tipo “Israele è come la Germania nazista”.

 

L’intervista al quotidiano israeliano, infatti, non è stata l’unica espressione della cultura antisemita che animerebbe il Movimento 5 Stelle. Molto clamore suscitò, nel settembre scorso, la notizia delle dimissioni di Enrico Sassoon dalla Casaleggio Associati, la società che gestisce il blog di Grillo.

 

Ad indurre Sassoon al gesto contribuì “la valanga inarrestabile di diffamazioni e calunnie”, di carattere razzista, con le quali decine di blog e siti dibattevano sulla sua appartenenza ai cosiddetti “poteri forti”. C’era anche chi, tra un insulto e l’altro, giungeva ad elaborare improbabili ricostruzioni genealogiche per dimostrare che i Sassoon sarebbero una tra le famiglie ebraiche più ricche e antiche del mondo.

 

Gli stessi, forse che, due mesi dopo, sul blog di Grillo definivano “verme ebreo” il giornalista Gad Lerner, al quale il leader del movimento aveva dedicato un duro intervento.

 

 


Aggiungi commento