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23/11/24 ore

Gabanelli e l'elogio dell'incompetenza


  • Antonio Marulo

A proposito di Quirinale, quello di Anna Finocchiaro non è l’unico caso curioso di questa bizzarra stagione politica. Ce n’è un altro, se vogliamo, più singolare, legato a Milena Gabanelli.

 

Il suo nome è finito in cima alla preferenze del popolo grillino, dopo le prove tecniche di democrazia liquida, tutt’altro che trasparenti, promosse dall’ineffabile coppia a 5 stelle.

 

Giornalista modello per comune sentire, la conduttrice di Report fino a qualche mese fa era nota per il fatto che le sue inchieste, a parte lo stupore e lo sconcerto del momento di chi seguiva il programma domenicale su Rai3, scivolavano nell’indifferenza generale, perché i tempi non erano evidentemente quelli giusti per suscitare vero scandalo.

 

Poi, però, arriva anche il tempo della gloria, magari proprio quando meno la si merita, con inchieste in forma di minestra riscaldata, tipo quella che vide protagonista l’ex pupillo di Casaleggio & Associati, Antonio Di Pietro, e i suoi affari di famiglia.

 

Da allora il vento è cambiato decisamente: il lavoro di Report e del Team Gabanelli, anche con altri presunti scoop (vedi il caso Roma-Alemanno già anticipati da altri), ha incassato ampi riconoscimenti e la conduttrice è diventata da premio Pulitzer: simbolo del giornalismo buono e giustiziere da contrapporre a quello cattivo, servo e di regime; figura spendibile finanche per il Colle più autorevole della Capitale.

 

In piena orgia antipolitica che si traduce in elogio dell’incompetenza, la cosa non deve stupire, anche se un po’ inquieta. Di conforto, per fortuna, c’è la reazione della diretta interessata, che si dice “commossa” di tanta considerazione anche se “sopravvalutata”.

 

Almeno lei ha il senso della misura.

 

 


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