Matteo Renzi ha fatto sapere che il tanto annunciato ampliamento della platea beneficiaria del bonus Irpef di 80 euro non ci sarà: "Non ci sono soldi per pensionati e partite Iva". Bruciate così, in un secondo, tutte le promesse fatte e reiterate dal premier fino a poche settimane fa. Una marcia indietro prevedibile, se si pensa che le stime di crescita elaborate dal governo hanno finito per rivelarsi completamente sbagliate.
Il pensiero che ora circola minacciosamente tra Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia è che, a causa di questi errori di calcolo, in autunno assieme alla legge di stabilità sarà necessario delineare anche una tanto temuta manovra correttiva. Uno scenario ripudiato dal premier, che però, viste le ultime imbarazzanti smentite, resta comunque all'orizzonte. E tranquillizzanti, in questo senso, di certo non sono apparse le parole espresse a mezza bocca da Renzi in un'intervista all'Avvenire: "Nego che ci possa essere una manovra correttiva sul 2014, per il 2015 vedremo a ottobre".
Tutto rimandato, dunque, ma intanto gli interrogativi crescono, così come le preoccupazioni di Bruxelles. Dove trovare le risorse per coprire la manovra d'autunno (20-25 miliardi di euro)? L'unica cosa certa, ma non positiva, è che difficilmente un aiuto potrà giungere dalla riduzione della spesa (stimata, anch'essa in maniera molto discutibile, addirittura in 17 miliardi per il 2015), soprattutto ora che sono emersi in tutta la loro gravità i dissensi tra il commissario alla spending review Carlo Cottarelli e l'esecutivo.
Matteo Renzi, tuttavia, sembra deciso a continuare in modo preoccupante sulla propria linea iper-ottimistica e ai limiti dell'incoscienza. Tanto da annunciare in pompa magna, giusto ieri, le misure che verranno adottate attraverso il cosiddetto provvedimento "Sblocca Italia" a fine agosto. Un elenco (scarno) di dieci capitoletti che si traduce in una lista della spesa, con fondi in alcuni casi già stanziati e in altri aggiuntivi: 30 miliardi di euro per i cantieri, 17 miliardi per l'energia, 12 miliardi tra comuni ed autostrade, 6 miliardi per la burocrazia, ecc.
L'ennesimo show, contornato dai soliti slogan speranzosi ("A settembre ci sarà una grande ripartenza col botto") e dalla solita consultazione pubblica, con la possibilità di inviare proposte al pretenzioso indirizzo email del governo ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - il tutto, si badi, mentre con la riforma costituzionale si sta provando ad ammazzare silenziosamente il referendum ed altri strumenti di democrazia diretta).
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