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17/11/24 ore

Pensioni, sui tributi si gioca a Robin Hood più che colpire privilegi immeritati


  • Luigi O. Rintallo

Il lancio ferragostano di un eventuale prelievo dalle pensioni superiori a un certo reddito da stabilire ha occupato le cronache politiche. Dopo l'intervista del ministro Poletti, che ipotizzava l'abbassamento dell' "asticella" al fine di raccogliere cifre più consistenti, l'opposizione di Forza Italia ha denunciato il tentativo di fare cassa a spese di un certo medio già fin troppo tartassati, mentre da parte sua l'esponente del PD, Patriarca, ribatteva: " ... si pretende che il governo Renzi in pochi mesi faccia di più di quanto non hanno realizzato in venti anni gli esecutivi Berlusconi. Nei fatti i governi di centrodestra hanno tagliato tagliato le politiche sociali, aumentato la povertà, portato a livelli massimi lo spread" (Corriere della sera, 18 agosto).

 

Non importa qui entrare nel merito delle polemiche fra i due partiti, né avventurarci in una disamina della congruità delle reciproche critiche sulle politiche intraprese, laddove il centrodestra sembra trascurare del tutto quanto appaia stridente la percezione di pensioni elevate svincolata da una contribuzione corrispondente, così come il centrosinistra si mostra propenso a una tassazione sfrenata, considerando soltanto le somme percepite piuttosto che la natura della loro definizione: per esempio, un conto è se esse sono riscosse dopo il massimo dei 40 anni di contributi e un conto se derivano da calcoli figurativi.

 

Quello che colpisce, tuttavia, nella replica di Patriarca è il modo subliminale in cui scarica la sua parte politica di ogni responsabilità, parlando di "venti anni di esecutivi Berlusconi". In tema di pensioni le forze di centrosinistra hanno parecchie magagne da scontare,basti pensare ai due miliardi di euro letteralmente buttati dalla finestra per abolire lo scalone di Maroni, favorendo nel 2006-07 (alla vigilia della crisi e non prima del fantomatico ventennio berlusconiano!) i cinquantenni a scapito dei più giovani, destinati a percepire quiescenze di molto inferiori ai loro ultimi salari.

 

Ancora una volta, purtroppo, si ha l'impressione che ai partiti politici prema altro che non attuare provvedimenti in grado di rispondere con un minimo di buon senso alle esigenze dei cittadini. Pensare di raccogliere fondi senza fare le distinzioni necessarie può determinare ulteriori danni a quei principi di equità che troppe volte si evocano, senza nemmeno che se ne abbia una minima cognizione. Per realizzare un'opera di equità non sempre si deve giocare a fare i Robin Hood, ma è più opportuno individuare le aree del privilegio immeritato.

 

 


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