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18/05/24 ore

Renzi, mille giorni di te e di noi


  • Antonio Marulo

Dunque, giunti a fine agosto, a Renzi tremano i polsi. Lo ha scritto in un messaggio ai militanti del Pd alla vigilia della Festa dell’Unità di Bologna a proposito delle aspettative che gli italiani ripongono sul Governo. Aspettative che lo stesso premier ha via via creato, da quando rasserenò Enrico Letta per l’urgenza di cambiare le cose e salvare il paese.

 

Le chiacchiere hanno funzionato e, complice un certo vento favorevole nel Paese, hanno prodotto il 40 percento di voti alle elezioni europee che ora pesano sul groppone di chi sa di non aver più tempo da perdere, dopo mesi sostanzialmente fallimentari su tutti i fronti, compreso quello estero, con il semestre europeo che scivola via avendo all’attivo finora una visita a sorpresa in Iraq per dire che l’Italia e l’Europa ci sono, tanto poi saranno gli americani a risolvere, a modo loro, la macabra questione del Califfato dell’Isis.

 

La luna di miele sta quindi finendo e dopo tanto fumo gli italiani attendono l’agognato arrosto. La nuova data fatidica è quella del 29 agosto. Si annuncia un Consiglio dei ministri epocale. Sul tappeto ci sono l’agenda dei mille giorni che dovrebbe cambiare l'Italia e le misure per il decreto sblocca-Italia, che rischia però di abortire per mancanza di risorse dopo i moniti di Padoan sul rispetto dei conti. In proposito il ministro Lupi ha provato a rassicurare: i soldi si troveranno in un secondo momento nella legge di stabilità.

 

Intanto, si procede – come sempre – con l’effetto annuncio, nel tentativo di dare ancora una volta la percezione del cambiamento che nei fatti non ha preso minimamente il via, a dispetto, per esempio, degli inutili provvedimenti sui distacchi sindacali nella Pubblica amministrazione.

 

Dal canto suo, Renzi mostra sempre più fastidio e insofferenza alle critiche che si fanno pressanti: non vuole lezioni sulle priorità, perché – scrive sempre ai militanti di Bologna - le ha ben chiare.

 

Eppure, bando ad arroganza e presunzione, qualche appunto, forse, è il caso che cominci umilmente a prenderlo.

 

 


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