I passi indietro dalla politica attiva nell’atto pratico del fare politica sono diventati il pane quotidiano distribuito dai rottamandi più o meno in declino del Belpaese.
Appartengono ormai al mito quelli di Walter Veltroni, atteso tuttora nel Continente Nero; sono ancora attuali e periodicamente ribaditi, invece, quelli di Massimo D’Alema, sempre a sottolineare ad ogni occasione, per l’appunto politica, che lui “si occupa d’altro”…..; mentre, più di recente, è risultato sulle prime sorprendente quello del “sereno” Enrico Letta, che da un lato annunciava nella trasmissione di Lucia Annunziata su Rai 3 le sue dimissioni (nell'ancora lontano prossimo settembre), dall’altro partiva con una campagna mediatico-televisiva degna di Salvini, tutt’altro che aliena da mire politiche.
Adesso è arrivato il turno di Silvio Berlusconi, che ha annunciato - comiziando qui e là per le campagna elettorale amministrativa - di essere “ormai fuori dalla politica”. "Sono soltanto qualcuno con un grande senso di responsabilità", ha detto a Saronno a chi gli chiedeva del progetto di riunire i moderati, non mancando di sottolineare quanto sia “questo progetto, chiamiamolo pure un sogno, il prossimo obiettivo. Cioè trasformare la maggioranza numerica degli italiani, e che sia una maggioranza non si discute, in maggioranza politica organizzata".
Per l’appunto...
(A.M.)
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