C'era una volta la politica degli annunci di Matteo Renzi. Chi può dimenticarla: tutta slide e distintivo. Si decantavano in questo modo provvedimenti che non avevano nemmeno visto il tavolo di Palazzo Chigi. Eppure se ne dava conto come se fossero cosa fatta e certa, magari già fruttuosa. Con le dovute differenze, qualcosa di simile accade con Virginia Raggi, in preda a un comprensibile bisogno di dare la sensazione che qualcosa accade finalmente, dopo quasi un anno di immobilismo incompetente.
A sentirle, le conferenze stampa in Campidoglio, a leggerli, i lunghi post sui social network, pare che le annose questioni di Roma si stiano d'incanto risolvendo, mettendo fine alle ruberie clientelari e malavitose, ora sulla monnezza, ora sui trasporti e la viabilità...
L'ultimo miracolo riguarda i campi rom. Per l'occasione si è usata la parola “superamento”, di per sé tutto un programma di ambiguità e incertezza. "Possiamo annunciare in maniera molto netta che finalmente a Roma saranno superati i campi rom. Iniziamo chiaramente con due campi, La Barbuta e Monachina". "Fermiamo la mangiatoia che per troppi anni c'è stata sui campi da parte della criminalità e di mafia capitale anche".
L'enfasi di Virginia Raggi riempie d'orgoglio l'animo grillino, per un percorso che “poggia su 4 assi: scolarizzazione, occupazione, salute, abitazione”. Si prevedono “per questo misure temporanee di sostegno alle persone Rom Sinti e Caminanti in condizioni di fragilità... Per ciascuna persona o famiglia dovrà essere sottoscritto un Patto di Responsabilità (di rutelliana memoria ndr) con Roma Capitale da parte del capofamiglia che definisce diritti e doveri". Il tutto sarà possibile grazie all'impiego di fondi europei.
L'assessore Laura Baldassarre, nel presentare la delibera, ha tracciato l’obiettivo per uscire dalla logica della “discriminazione su base etnica”. Così, “verrà abolito il trasporto scolastico nei campi, salvo quelli non serviti dai mezzi pubblici ” e i genitori rom “accompagneranno i figli a scuola come tutti, consentendogli di frequentare tutto l’orario scolastico”. Il Comune si premurerà di monitorare “anche il rendimento, non solo la frequenza”, mentre con i programmi di formazione “finalizzati all’accesso al lavoro” si punterà a “diminuire il tasso di criminalità e accrescere la produttività”.
Fin qui gli autoelogi della Raggi e della sua giunta. Si tratterà comunque di approfondire i contenuti della delibera (su cui torneremo con un'analisi più puntuale). Ma, ad una prima disamina delle dichiarazioni, non si può dire che il piano sia attendibile. Come per molti altri provvedimenti di questa amministrazione siamo o a progetti poco praticabili o alla fuga dai punti centrali delle questioni che si vogliono e si debbono affrontare.
Persino il Fatto quotidiano è stato costretto a rivelarne le mancanze, non potendo fare a meno di sottolineare l'unico dato di fatto al momento incontrovertibile – al netto delle chiacchiere: si annuncia come acquisita la chiusura di due campi rom, che in realtà avverrà fra due anni; intanto Roma avrà un nuovo campo subito, il Camping River (XV Municipio), per il quale non è stato possibile fermare la procedura di gara. Una “beffa”, esattamente come il primo anno di Roma a 5 stelle. (A.M.)
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