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24/11/24 ore

Primarie, Matteo Renzi in camper a zig zag


  • Ermes Antonucci

È partito il tour di Matteo Renzi che lo porterà in giro per l’Italia in vista delle Primarie del Pd. Sul palco del Teatro La Gran Guardia di Verona, il sindaco di Firenze ha lanciato ufficialmente la propria candidatura “a guidare l’Italia per i prossimi 5 anni”, indicando tre parole chiave, non proprio originali, per cambiare il paese: “Europa, futuro e merito”.

 

Nel suo lungo intervento, il rottamatore fiorentino ha abbandonato definitivamente la logica localista delle primarie, rivolte all’elettorato di centrosinistra, presentando sapientemente la propria figura come priva di vincoli ideologici e vicina, in un modo o nell’altro, ai diversi schieramenti politici. Uno sguardo alla Lega, con la decisione di partire da Verona, roccaforte padana. Uno sguardo al Pdl, con l’appello ai berlusconiani delusi: "Voglio stanarvi".

 

Uno sguardo all’ambiente liberale, con la promessa di una legge sulle unioni civili tra omosessuali e con l’attacco a Vendola e Di Pietro, che hanno presentato il referendum sulla riforma del lavoro (“Un modello culturale con il quale il centrosinistra non governerà mai”). Uno sguardo, ovviamente, al Pd, con l’impegno a non inventare “l'ennesima formazioncina politica di serie Z” in caso di sconfitta, ma ad aiutare il vincitore. E, ancora, uno sguardo ai sostenitori di Monti: “Monti ha fatto bene, ha ridato autorevolezza al Paese, anche se era facile dopo quelli di prima. Monti ha restituito all'Italia l'immagine di un Paese che dice e fa le cose”. Ma uno sguardo anche a chi di Monti ora ne ha abbastanza: “Monti non è riuscito ad offrire una speranza. Forse non era quello il suo obiettivo, ma non vedo l'idea del coinvolgimento e di un ideale lanciato nel futuro”.

 

Renzi in modo abile cerca di conquistare consensi – è proprio il caso di dirlo – a destra e a manca. Con il rischio, però, che tra tutti questi ammiccamenti il proprio programma di governo vada a perdere qualsiasi concretezza politica.


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