“Non era un onda, era uno tsunami”, quello anti-europeista e sovranista, “non avevo capito”. Emma Bonino in conferenza stampa non ha potuto fare altro che “prendere atto della battuta d'arresto importante di un progetto giovane”.
Tuttavia c'è “l'intenzione di non mollare” e, dopo aver escluso atti di "responsabilità" a sostegno di un governo, si guarda avanti, perché – ha sottolineato Bruno Tabacci - “può essere che sia un'idea negletta, purtuttavia l'Europa è una necessità”. In tal senso, l'elezioni europee del prossimo anno saranno “un punto di svolta decisivo”.
Fallito così il 3%, l'asticella sale a quota 4, pari allo sbarramento del sistema elettorale oltre il quale si va Bruxelles. Sarà questo il prossimo e non tanto lontano obiettivo. Per raggiungerlo, la Lista - nata per necessità a due mesi dalle elezioni - proverà a darsi una struttura e nuove formule partecipative, magari coinvolgendo quanti hanno mostrato simpatie pur senza aderire.
Tra questi poteva esserci Carlo Calenda, uno degli sponsor esterni più attivi, che ha intanto visto aprirsi altrove il varco atteso. “Domani mi vado ad iscrivere al Pd", ha scritto infatti su Twitter il Ministro dello Sviluppo economico, perché "non bisogna fare un altro partito, ma lavorare per risollevare quello che c'è”... (red.)
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