Nel decalogo di Rocco Casalino per difendere il M5S dai giornalisti brutti e cattivi c'è scritto, fra l'altro: “...non abbiamo più bisogno di giornali e tv. Riusciamo ad arrivare a milioni di persone”. Eppure, l'operazione "Reddito di cittadinanza" dimostra esattamente il contrario. La bufala non sarebbe infatti passata, con i suoi dirompenti effetti, senza il contributo determinante di media superficiali e inermi di fronte all'onda inarrestabile della propaganda grillina.
Ora che non serve più, è partita la cosiddetta contro-informazione da parte dei diretti interessati, anche questa volta assecondati da solerti mezzi di comunicazione, che solo a urne chiuse diffondono "urbi et orbi" i reali connotati di una proposta molto meno omnicomprensiva di quanto raccontato in campagna elettorale attraverso slogan e frasi fatte senza il minimo contraddittorio.
Quindi, altolà! Il reddito di cittadinanza, il nome non inganni, non è reddito di cittadinanza. Già circola un nuovo nome, reddito minimo condizionato. Il costo per sostenerlo resta enorme, stante il debito pubblico, seppur meno oneroso.
Ad ogni buon conto, diversamete da quanto promesso, non si parla più di priorità all'ordine del giorno, in attesa magari che sparisca del tutto dall'agenda dei punti fondamentali, oltre che dalla mente dei cosiddetti “cittadini”.
Ma affinché ciò avvenga, determinante resta l'azione dei tanto vituperati giornali e tv che - possiamo giurarci - non mancheranno di delucidarci su tutte le novità, sotto attenta regia dell'abile, quanto incredibilmente influente, ex concorrente del Grande Fratello. (A.M.)
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