Il secondo giro di consultazioni del Presidente Mattarella parte al buio come il primo. La situazione, a quasi un mese e mezzo dal voto, resta infatti al Caro amico,...; e i tempi lunghi annunciati fin dall'inizio potrebbero non essere più un lusso che l'Italia si può permettere.
Si era diffusa invece l'idea che lo stallo non fosse poi una cosa così drammatica. Si sono portati ad esempio le esperienze di altri paesi: il Belgio, la Spagna, la Germania, che hanno trascorso molti mesi prima di formare un governo, senza subire contraccolpi economici negativi. Anzi.
Ci si era insomma conviti che la necessità potesse diventare virtù anche per noi. Questo fino a quando i venti di guerra non si sono fatti più concreti, con le bellicose intenzioni twittate da Trump sulla Siria. Improvvisamente ci si è trovati di fronte alla cruda realtà internazionale, che può solo complicare la condizione di osservati speciali, se è vero che i due presunti vincitori, Lega e 5 Stelle, non hanno mai nascosto simpatie per Vladimir Putin.
Comincia così a farsi avanti l'idea che sia quanto mai urgente un governo nel pieno delle funzioni, che faccia conoscere le proprie posizioni anche rispetto ai vincoli imposti dalla consolidata alleanza atlantica. Non va per questo esclusa un'inaspettata accelerazione degli eventi, che porti in qualche modo a una svolta politica in una direzione o nell'altra purchessia. Diversamente, sarà complicato gestire e spiegare agli interlocutori esteri la melina del nostro teatrino politico, aspettando – per esempio – che l'esito delle elezioni regionali in Molise di fine mese ridisegni intanto gli equilibri di potere.
Eppure, questo è il rischio fondato. La piccola regione del sud Italia con la sua inopinata centralità politica, dopo tanta marginalità, vive oggi i suoi momenti di gloria ed è a suo modo una metafora del momento.
Quasi dimenticata e abbandonata al suo destino, tant'è che i propri cittadini scherzano amaramente sulla sua dubbia esistenza, essa è raggiungibile solo previo impegnativo progetto di vita. L'epopea dei pendolari sul treno interregionale che da Roma Termini raggiunge Campobasso, tra ritardi biblici e imprevisti di ogni sorta, è diventata anche il pretesto per un tragicomico racconto social di storie di ordinario sottosviluppo.
Ironia della sorte, chi l'avrebbe mai detto, questa volta ad attendere idealmente il mitico Frecciolone al Binario20Bis ci sta finendo l'intera nazione. (red.)
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