Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

21/11/24 ore

Dal Governo 5Stelle-Lega la “difesa" irresponsabile dei più deboli



Tre mesi e poco più, ma sembra un anno. Pare che il tempo si sia fermato; e insieme ad esso anche l'azione di un governo che corre solo nella babele di parole quotidiane dei suoi pittoreschi personaggi. Si apre così un'altra settimana, col fondato dubbio che possa essere anche peggiore della precedente, mentre continua il braccio di ferro sulla "legge di stabilità".

 

Inizialmente avevano scelto di puntare il dito sui burocrati di Bruxelles quali capri espiatori per le promesse mancanti. Partiti lancia in resta col me ne frego dell'Ue, Di Maio e Salvini sono stati poi costretti ad abbassare la cresta, riducendo anche le pretese, per tenere a bada lo spread che ci stava costando un po' troppo.

 

Dopo di che si è scelto un nuovo obiettivo su cui scagliarsi: i burocrati del ministero dell'Economia, rei di "remare contro" il cosiddetto cambiamento. Perché i soldi ci sono – continuano a ripetere – e vanno trovati a tutti i costi per mantenere gli impegni con gli elettori. E se non ci sono, cosa sarà mai sforare il bilancio?

 

Si punta insomma a fare più deficit, mentre Paolo Savona – quello del piano B per uscire dall'Euro nottetempo – rincara per attingere dai 50 miliardi delle bilancia dei pagamenti.

 

Nel momento in cui scriviamo è in corso l'ennesimo vertice di maggioranza, nel quale immaginiamo prosegua la pressione su colui che appare oggi – a torto o a ragione - come l'ultimo baluardo voluto da Sergio Mattarella a difesa delle casse vuote dello Sato.

 

2.341,7 miliardi di euro di debito pubblico è la cifra da cui si dovrebbe partire, ma che si vuole per forza ignorare, non accettando l'idea che da questa si dipende e su questa veniamo da decenni giudicati, insieme con un altro fattore non secondario: la prospettiva di crescita nel prossimo futuro.

 

E qui sta la vera discriminante, a prescindere dagli zerovirgola in più o in meno di rapporto deficit/pil, per la fiducia che gli investitori internazionali possono riporre nell'Italia. Questo governo e questa allenza, infatti, hanno fin qui dimostrato di non avere un'idea credibile, che sia una, per avviare una fase di sviluppo e rinascita dell'economia nazionale.

 

Ne sono una conferma i capisaldi economici del "contratto di governo", figli di una campagna elettorale favolosa, sui quali si vorrebbe impiccato il bilancio pubblico: un sussidio di disoccupazione spacciato per reddito di cittadinanza; un condono fiscale, col passar delle ore sempre più tombale; e lo smantellamento – divenuto sempre più tenue e graduale - di una legge pensionistica che comunque la si giudichi ci evitò la fine della Grecia.

 

Per il resto, nulla di significativo si intravede all'orizzonte, mentre si conferma una caratteristica peculiare di questa nuova classe dirigente che, ben lungi dall'essere rivoluzionaria, fa sfoggio soltanto di tanta irresponsabilità, mentre si sa che le ricette di contrasto all'euro-burocrazia e al dominio finanziario sono molto molto diverse.

 

Abituati al bar sport delle campagne elettorali, la nuova Lega sovranista di Salvini e soprattuto il Movimento 5 Stelle, rivoluzionari ai "quattro formaggi", faticano ad ancorarsi alla realtà che ci circonda. Piuttosto preferiscono giocare cinicamente col fuoco, non si sa quanto consapevoli che a bruciarsi in caso d'incedio saranno propri quelli, i più deboli, che tanto si dice di voler difendere. (red.)

 

 


Aggiungi commento