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26/12/24 ore

Radicali, una seperazione sbagliata



intervista a Emanuele Macaluso

 

- L’assenza radicale è vissuta oggi in modo drammatico. L’avvertiamo di fronte alla crisi in atto nella giustizia, perché emerge evidente la mancanza di quel soggetto che la questione l’aveva posta al centro delle sue iniziative politiche. Come interpreti la vicenda radicale dopo Pannella, entro il contesto così poco rassicurante che viviamo?

 

In gran parte, Pannella ha identificato sé stesso col partito radicale. Molti lo hanno criticato proprio per la personalizzazione del partito, anche perché era presente e attivo continuamente in tutti i campi e soprattutto quello della giustizia. Tuttavia, io penso che nel partito radicale c’erano anche altre personalità che hanno avuto un certo ruolo. Fra queste sicuramente Emma Bonino, ma anche molti altri che hanno rivestito diverse cariche.

 

Non voglio fare un elenco perché sarebbe scorretto da parte mia, però sono convinto che ci sono state persone di un certo livello politico e culturale che hanno espresso idee importanti.

 

Certo, dopo la morte di Pannella, le cose sono cambiate di molto perché il partito radicale era interpretato dall’esterno come coincidente con lui stesso. Ignorando, fra l’altro, una platea radicale che – tutto sommato – era più vasta di quanto emergeva allo scoperto. Solo chi seguiva attentamente le vicende radicali sapeva che così stavano le cose. Nel consenso come nel dissenso con Pannella, perché come sappiamo ci sono stati anche dei dissensi...

 

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