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22/12/24 ore

Giustizia, nessuna riforma con meritocrazia dell'appartenenza e informazione narcotizzata. I referendum una possibile ripartenza. Conversazione con Otello Lupacchini



"I moniti, gli inviti, le sollecitazioni, le dichiarazioni di intenti  fatte dal Capo dello Stato al mondo politico e anche agli stessi magistrati, ai titolari dell’azione disciplinare, hanno il tragico destino di restare delle belle dichiarazioni che tuttavia non vengono seguite da nessuno. Quella alla magistratura, espressa nel discorso che il presidente Mattarella ha fatto al Parlamento nel giorno del giuramento per il suo seconda mandato al Quirinale, è sostanzialmente la radiografia di uno stato di fatto, che non è solo quello di oggi, ma è la crisi dello Stato di diritto che si fotografa in quella che potremmo chiamare una metamorfosi della ragion di stato…”. Così Otello Lupacchini, giusfilosofo e ex magistrato dice, introducendo la conversazione sulla crisi della giustizia e sui referendum del 12 giugno 2022 con Giuseppe Rippa, a Agenzia Radicale Video.

 

Nel suo discorso il Presidente Mattarella sottolineò l’assoluta urgenza di un profondo processo riformatore della giustizia. Ma le riforme annunciate non sembrano favorire questo percorso drammaticamente urgente alla luce della controproduttività del sistema giudiziario. 

 

Le logiche di appartenenza devono restare estranee all’Ordine giudiziario. É così? Lupacchini non sembra convinto. Di fronte ad un potere politico irrilevante, con un radicato e grave scenario di ordine culturale, appare evidente che nessun credibile processo riformatore possa essere avviato, nonostante le drammatiche conseguenze che che questa crisi produce alla vicenda economica, sociale, culturale del paese, così come a più riprese, con le sue condanne all’Italia, l’Europa ha sottolineato.

 

Otello Lupacchini parla di aristocrazia togata, e a fronte della logica di una meritocrazia dell’appartenenza e di una informazione narcotizzata (con il sistema informativo che di fatto ha impedito di far conoscere ai cittadini i referendum radicali sulla Giustizia Giusta), sia pure nella parzialità dei quesiti, i referendum del 12 giugno assumono un determinate contributo all’avvio di una traiettoria autenticamente riformatrice in grado di fornire ai cittadini (se messi in condizione di comprendere i termini politici, culturali e di diritto che una volontà popolare può esprimere) in grado di restituire fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario, così come i Capo dello Stato aveva detto…

 

 


 

Giustizia, nessuna riforma con meritocrazia dell'appartenenza e informazione narcotizzata. I referendum una possibile ripartenza. Conversazione con Otello Lupacchini 

(Agenzia Radicale Video)

 

 


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