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09/04/25 ore 16:43:54

Dove portano le politiche trumpiane… Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa



Gli atti e le scelte, accennate e iniziate a realizzare da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dalla sua amministrazione stanno procurando un vero e proprio terremoto. In particolare la politica estera ma anche quella relativa al commercio e quella interna sul tema dei diritti danno la sensazione di uno tsunami nelle dinamiche di relazioni e alleanze nel mondo e i cui effetti non appaiono per ora comprensibili e gli effetti trovano interpretazioni che spaziano tra il drammatico e e l’esaltazione ideologica.

 

“Stupore. S Stupore. Sconcerto. Incredulità. Angoscia. Disperazione. Sono i sentimenti che, non senza buone ragioni, trasudano in questi giorni dalla maggior parte dei media di fronte ai gesti di prepotenza di Trump…” - scrive Luca Ricolfi.

 

“ …  Annettere agli Stati Uniti la Groenlandia o il Canada. Né alla più volte reiterata minaccia di scatenare l’inferno a Gaza o sull’Iran. E neppure al non troppo celato avvertimento verso le Repubbliche baltiche, cui si fa in tendere che potrebbero es sere abbandonate dalla Nato in caso di aggressione da parte della Russia… “ - prosegue il politologo.

 

La sicurezza mondiale,  il commercio  con l’annesso deficit commerciale, le politiche dei diritti che vengono ritenute oggetto di aggressione in America, in Europa e in Occidente sono descritte come irreversibili…

 

“… È in corso una corsa atomica, innescata involontariamente dai piani improvvisi degli USA di ridurre i propri impegni internazionali. Nessuno vincerà. Forse si sta tessendo un nuovo tessuto politico - scrive il sinologo e analista politico Francesco Sisci - . Gli alleati degli USA in Asia temono di perdere il loro ombrello nucleare perché il presidente degli USA Donald Trump ha suggerito un disimpegno globale. 

 

Senza l'ombrello, come si è visto con l'Ucraina, l'indipendenza di un paese è in pericolo. Inizia una nuova proliferazione. Washington è tentata di ritirarsi da alcuni impegni internazionali ed è desiderosa di perseguire la sua agenda senza troppe consultazioni o consensi con gli alleati. Ci sono priorità divergenti nelle alleanze. 

 

Di fronte al rischio atomico nordcoreano, la maggior parte dei sudcoreani vorrebbe la bomba. Il Giappone, minacciato dalla Corea del Nord e spaventato dalla Cina, potrebbe rapidamente prendere in considerazione una difesa nucleare. A quel punto, persino il Vietnam o l'Indonesia potrebbero contemplare capacità fissili. E perché non le Filippine o la Thailandia? India e Pakistan ne possiedono già una scorta possente.

 

La grande domanda è Taiwan: l'isola cederà a Pechino o costruirà le sue armi nucleari?

 

La Cina si troverebbe in una palude. Sarebbe il bersaglio di questo arsenale e in un circolo vizioso: più bombe immagazzina, più bombe immagazzineranno i suoi vicini. Sarebbe senza precedenti, con conseguenze insondabili.

 

L'ambiente in Asia è più complicato che in Europa, dove due forti quadri sostenuti dagli USA, la NATO e l'UE, hanno tenuto insieme il continente per decenni. L'Asia ha istituzioni multilaterali più sottili e patti bilaterali con gli USA…”.

 

I dazi annunciati hanno prodotto effetti già evidenti, ma Trump dice…. “Fidatevi di me e non dei mercati. Questi ultimi barcollano … il crollo di Wall Street e delle Borse mondiali, l'irritazione di decine di capi di Stato e di governo, la paura delle famiglie americane non riescono a fermarlo: 'La risposta era attesa, ora tocca a chip e farmaceutica'. Il Canada impone dazi del 25% sulle auto. Il Fmi: 'Significativi rischi alle prospettive globali’ riporta l’ANSA.

 

“… Molti giocatori avrebbero bisogno di abbandonare la loro attuale traiettoria e la loro zona di comfort per invertire le correnti sotterranee attuali - sottolinea ancora Sisci in riferimento agli aspetti che la sicurezza sta e potrebbe determinare in Asia. Gli Stati Uniti dovrebbero riconsiderare la loro direzione e rinegoziare i loro impegni. Sarebbe più sicuro e meno costoso che rischiare una revisione della sicurezza globale. Forse Trump sta perseguendo questo obiettivo, ma il pubblico sente un messaggio diverso.

 

Pertanto, lo scenario probabile è la proliferazione nucleare asiatica e, quindi, globale. La vecchia Guerra Fredda ha stabilito i termini della precedente corsa agli armamenti, che si è svolta tra due blocchi. Ora, le alleanze si stanno sgretolando e ogni paese potrebbe essere sostanzialmente solo. Questa corsa sarebbe diversa, più impegnativa e piena di incidenti inaspettati.

 

Tutti devono fare un passo indietro e mantenere la calma per evitare uno tsunami militare…”.

 

Di tutto questo, dele politiche trumpiane e dei suoi effetti che si iniziano a sentire conversano Francesco Sisci e Giuseppe Rippa per Agenzia Radicale Video.

 


- Dove portano le politiche trumpiane… Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa

(Agenzia Radicale Video)


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