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03/05/24 ore

Una relazione indispensabile. Non soffiare sul fuoco tra Europa e Usa



di Angelo Panebianco

(dal Corriere della Sera)

 

Per chi crede che la storia si riduca a una successione di complotti, la crisi dei rapporti euro-americani innescata dalle rivelazioni di Edward Snowden sullo spionaggio statunitense ai danni dell’Europa, è solo una conferma. Per i patiti dei complotti, cinesi e russi hanno manovrato la marionetta Snowden per mettere nei guai Obama e suscitare un’ondata di sdegno antiamericano in Europa.

 

L’obiettivo? Compromettere le trattative per l’accordo di libero scambio fra Stati Uniti e Europa, la Ttip (Transatlantic trade and investment partnership) un accordo che, in prospettiva, potrebbe dare un salutare colpo di frusta all’economia euro-atlantica ma anche, forse, contribuire a falsificare le più cupe profezie sul «declino dell’Occidente» e l’inarrestabile ascesa dell’Oriente.

 

Per chi non crede alle teorie del complotto, semplicemente, Snowden e le sue rivelazioni sono un regalo del cielo, una opportunità insperata, che russi e cinesi hanno sfruttato e sfruttano. La condotta giusta da tenere è quella indicata dal nostro ministro degli Esteri, Emma Bonino: da un lato, esigere con fermezza spiegazioni dall’Amministrazione Obama e, dall’altro, tenere a bada coloro che soffiano sul fuoco per aggravare la crisi in atto nei rapporti euro-americani.

 

Una crisi che, probabilmente, prima o poi, verrà in qualche modo ufficialmente superata (tutti hanno troppo da perdere), ma che lascerà comunque dietro di sé una scia di veleni. Rendendo ancora più difficile di quanto già non apparisse in partenza (prima delle rivelazioni di Snowden) portare a compimento l’accordo sulla Ttip. Ricordiamo cosa è in gioco e anche perché un fallimento dell’accordo sarebbe assai gradito alle potenze extraoccidentali.

 

In gioco, prima di tutto, c’è lo slancio che l’accordo potrebbe dare all’economia euro-americana. Gli economisti calcolano quanti posti di lavoro in più, e quanti punti in percentuale del Pil in più, la costruzione di un mercato unico (o di qualcosa che, per lo meno, vi si avvicini) frutterebbe sia agli europei che agli americani.

 

Ma al di là delle previsioni sui numeri ci sarebbe soprattutto un effetto psicologico le cui conseguenze economiche non possono essere quantificate in anticipo. Come ha scritto, fra gli altri, Giuliano Amato ( Il Sole 24 Ore , 23 giugno), l’accordo creerebbe un clima di fiducia e di ottimismo generalizzati, spingerebbe centinaia e centinaia di operatori economici ad allargare i loro orizzonti, a scommettere sul futuro. In breve, potrebbe rinvigorire i languenti «spiriti animali» del capitalismo occidentale...

 

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