di Piero Ostellino
(da ilgiornale.it)
Ad aumentare la confusione e gli equivoci, già tanto numerosi, della nostra cultura politica, collettivista e dirigista, frutto del ridicolo ed equivoco compromesso costituzionale del '48 che ha cercato di conciliare democrazia liberale, capitalismo e socialismo reale - allora molto di moda -, mancava solo un Papa ecologista e nemico della finanza, che è, poi, il fondamento del capitalismo (risparmi, banche e investimenti).
Se questo gesuita - che ci ridurrebbe volentieri alla condizione dei paraguayani cui i gesuiti colonizzatori avevano insegnato a mangiare e ad assolvere altre funzioni all'interno di una organizzazione sociale collettivista e dirigista solo dopo che era suonata la campana manovrata dagli stessi gesuiti - credesse davvero nel messaggio di Cristo e non solo nel potere politico della Chiesa come istituzione, si preoccuperebbe - invece che dei poveri dei quali già si preoccupano (...) (...) le democrazie liberali e capitaliste con lo Stato sociale - dei cristiani perseguitati e massacrati nei Paesi islamici. Assolverebbe la sua funzione di vicario di Cristo, che è quella di diffondere il messaggio salvifico del Redentore, non di combattere la democrazia, il liberalismo e il capitalismo (del quale campa anche la Chiesa!).
Ma, da buon gesuita, lui crede più alla funzione politica della Chiesa come istituzione che al messaggio valoriale di Cristo. Così, all'islam anticristiano e totalitario, che perseguita e massacra i cristiani nei Paesi dove governa, nessuno oppone i valori e i principi della nostra civiltà democratica e liberale, che pure deve molto al cristianesimo...
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