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18/11/24 ore

Cannabis di Stato, quel business che può allettare



Marijuana legale: antica battaglia radicale contro il proibizionismo che favorisce solo traffici illeciti e criminalità organizzata, storico tabù italiano che potrebbe essere infranto davvero grazie a una questione di soldi; quelli che lo Stato ricaverebbe dalla vendita dell’Erba magica o maledetta, a seconda di come la si pensi.

 

Dallo Stato americano del Colorado ci giungono interessanti dati sugli introiti provenienti dal business legale sulla Cannabis. E in Italia si fanno studi e proiezioni sui potenziali incassi, con relativi benefici per le dissestate casse pubbliche.

 

Prendendo spunto da un articolo de lavoce.info, “la Repubblica” torna sul tema con un articolo di Michele Bocci, in attesa che inizi la discussione in commissione parlamentare del testo di legge presentato da un intergruppo parlamentare promosso dall’ex radicale (ma con "doppia tessera") Benedetto Della Vedova.


Tanti soldi che entrano nelle casse dello Stato o fanno respirare i bilanci delle Regioni, e in aggiunta la nascita di un nuovo settore economico che dà lavoro, magari nelle aree del Paese dove il tessuto economico è stato devastato dalla crisi. Alla fine potrebbero non essere il riconoscimento di una libertà individuale e nemmeno riflessioni criminologiche o sanitarie a dare la spinta decisiva alla cannabis di Stato. No, saranno i quattrini: tra i 6 e gli 8 miliardi di euro all'anno di introiti solo di tasse.

 

Tanto per cominciare, nel senso che la stima si basa sulla prima fase di una eventuale legalizzazione. Dove c'è stato il via libera ad hashish e marijuana il giro d'affari sta facedo aumenti di varie decine di punti percentuali ogni anno. Per poter calcolare il valore dell'introito delle tasse si possono fare solo proiezioni. Alcune sembrano abbastanza credibili, anche se ci sono incognite difficili da valutare.

 

In Italia l'anno scorso sono state sequestrate 145 tonnellate di derivati della cannabis. I dati sono del Viminale, che in varie occasioni ha fatto notare come il mercato sia almeno 6 o 8 volte più ampio di quanto viene intercettato dalle forze dell'ordine. Così le tonnellate che girano nelle piazze, nelle feste, negli appartamenti di operai, avvocati, impiegati e manager sono tra le 870 e le 1.160. A 10 euro al grammo, più o meno quanto vengono fatte pagare le sostanze negli stati Usa che hanno legalizzato, fa un giro d'affari di 8,7-11,6 miliardi.

 

Chi fa le stime, ad esempio Piero David, ricercatore di economia applicata dell'Università di Messina, che scrive di questi temi su lavoce. info, prende come riferimento la tassa sul tabacco, che è al 75%. Applicandola anche ai derivati della cannabis si avrebbe un incasso per lo stato tra 6,5 e 8,7 miliardi. Il dato non è molto distante da quello che si desume ricavando i consumi dalle ricerche di "Aqua drugs" basate sui residui delle sostanze nelle acque delle città (6,6 miliardi). Ed è simile anche alla cifra ottenuta proiettando sull'Italia il consumo dei cittadini del Colorado nel 2014. In questo caso il risultato è 7,3 miliardi di euro di tasse. E quest'anno nello stato Usa il giro di affari è cresciuto della metà. All'inizio infatti c'è stata una certa concorrenza del mercato nero, che non è scomparso con la legalizzazione ma ha provato a combatterla abbassando i prezzi.

 

Piero David ha stimato anche il valore degli interventi di prevenzione e repressione dello spaccio. Si tratta di circa 600milioni di euro che lo Stato non dovrebbe più spendere. "Il beneficio lo sentirebbero il sistema carcerario e le forze dell'ordine, che potranno dedicarsi ad altre cose - spiega il ricercatore - Peraltro la stessa Direzione nazionale antimafia consiglia la legalizzazione perché la repressione ha fallito e loro non sono in condizioni di investire ulteriori risorse per contrastare il consumo di cannabis"....

 

- prosegui la lettura su repubblica.it

 

 


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