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25/12/24 ore

Noce, la questione torbida del fiume lucano


  • Andrea Spinelli Barrile

Una volta era un luogo di pace assoluta, frequentato da pescatori, sportivi e famiglie. Ma ora il fiume Noce, che scorre lungo il confine tra Basilicata e Calabria, vive un lento declino. Le sue acque, che sfociano nel golfo di Policastro, in una delle zone più belle del Mediterraneo, sono a tratti spumose e maleodoranti per la presenza di ammoniaca, nitrati, nitriti, solventi e sostanze schiumogene (stando ai rilievi effettuati da privati cittadini e da associazioni ambientaliste).

 

Un degrado che danneggia tutta l'area bagnata dal fiume, che comprende il Parco Val d'Agri Lagonegrese, adiacente al più famoso Parco del Pollino. Ma su cui le istituzioni sembrano latitare. Solo il 10 luglio, infatti, con colpevole ritardo, alla sede dell'Arpa di Basilicata è stato firmato un protocollo per il monitoraggio del fiume.

 

A compromettere la salute del corso d'acqua sarebbero i depuratori dei comuni che lambisce (Lagonegro, Nemoli, Lauria, Rivello, Trecchina, Maratea) non sempre funzionanti e, nella maggioranza dei casi, obsoleti. Ma anche gli scarici civili e industriali che, come sottolineato a margine della firma sono spesso «parzialmente contrastanti con le più elementari norme ambientali». Al termine del monitoraggio (tra un anno) «sarà redatta una relazione tecnico scientifica conclusiva» per pianificare una «riqualificazione ambientale» necessaria...

 

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