dal blog di Luca Sofri
Per dire della responsabilità del M5S e del suo leader Beppe Grillo nel peggioramento della qualità dell’informazione italiana (che è un problema assai più grave che non la sua libertà) non c’è bisogno di ricorrere alle arroganti ma innocue liste di proscrizione di giornalisti citate da Reporters sans Frontières: il M5S, come è stato estesamente raccontato, è una macchina di produzione di falsità e inganni nei confronti delle persone a scopo di propaganda e costruzione di potere politico: macchina di grande efficacia, perché legittima ogni suo racconto non con fatti, dati o argomenti, ma con la tesi che “tutto quello che ti dicono gli altri è falso”, approfittando così di ingenuità, risentimenti e bisogni di tutti noi destinatari delle sue falsificazioni.
Non dico niente di nuovo, né di ignoto: né penso con i seguenti esempi di attenuare la potenza di questa macchina, che è un problema sociale mai visto in questa pericolosità (di dimensione internazionale: coinvolge Trump, Brexit, i siti russi, eccetera) dai tempi della propaganda nazista: rispetto ad allora, oggi la macchina educa e dà ai suoi destinatari gli strumenti (l’inclinazione ce l’abbiamo già) per diventare a loro volta parte della macchina falsificatrice.
Ma attribuire cose false a qualcun altro per usarle strumentalmente è un passo ulteriore di spregevolezza, inganno e viltà, e provo a quindi a mettere in maggiori diffidenze i commentatori o condivisori di Facebook in buona fede, che però commentano e condividono senza neanche avere aperto i link relativi (la settimana scorsa ho discusso su Twitter con persone che mi mostravano una tabella di dati falsificati sull’immigrazione, tabella che aveva scritto in calce “Fonte Ministero dell’Interno”, e che sostenevano che quindi fossero dati del Ministero dell’Interno; per non dire di Di Maio e dei suoi dati). Se lo facessero scoprirebbero che per esempio questa pagina “M5S news” (seguita da 37mila persone, piena di cose razziste o triviali) pubblica anteprime di articoli giornalistici cambiandone titoli, testo e contenuti, e diffonde fatti e dichiarazioni inventate come se le avessero pubblicate il Corriere, il Giornale, lo Huffington Post, o il Post (Facebook permette di farlo, sulle pagine: e anche questo è assai discutibile).
Questa è l’anteprima di un articolo del Post...
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