di Mattia Feltri
(da lastampa.it)
Un gruppo di parlamentari di Forza Italia ha costituito un comitato per la liberazione di Marcello Dell’Utri, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Dell’Utri, dicono, è allo stremo per un cancro e altre malattie.
Tocca ricordare che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ottenuto la revoca della condanna per Bruno Contrada, il superpoliziotto che prese dieci anni per concorso esterno, perché, quando fu commesso, il reato non era abbastanza definito perché Contrada sapesse di commetterlo.
Il caso di Dell’Utri è identico, e uno Stato serio dovrebbe prenderne atto. E tocca ricordare che Forza Italia seguita a essere garantista soltanto con gli amici, e infatti tace o si oppone alla civilissima riforma dell’ordinamento penitenziario che amplia il ricorso alle pene alternative al carcere; a carceri orrende e traboccanti (oggi il Consiglio dei ministri prenderà una decisione, e la vedremo).
Forza Italia tace o si oppone forse perché gli alleati della Lega e di F.lli d’Italia sono contrarissimi, ma di fronte a tanto cinismo tocca anche ricordare un contadino abruzzese d’inizio Novecento: vide suo figlio, Ignazio Silone bimbetto, ridere di un uomo cencioso e zoppicante che procedeva affiancato da due carabinieri. Lo prese per l’orecchio e lo trascinò in casa e, al suo addolorato stupore, gli disse: non si ride di un carcerato,...
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