25/11/24 ore

L'altra arte


  • Giovanni Lauricella

Con l'ultimo polverone scatenato dal clamoroso acquisto della banana più cara del mondo, “Comedian” di Maurizio Cattelan a 6,2 milioni di dollari comprata da un collezionista cinese,  si è venuto ad alimentare quel delirio iniziato nei lontani anni '80 anche se il meccanismo si può dire che ci sia sempre stato.

 

Vi ricordate Saatchi, gli YBAs, young british artists? Vi ricordate il teschio di Damien Hirst? Furono gli scandali che bonariamente venivano accolti come episodi isolati, quasi “goliardici”, per quantità di ironie sollevate dagli addetti ai lavori, non dai comici. Che dire della toys art e di quel Jeff Koons sempre in testa delle classifiche delle più alte quotazioni mondiali che rivaleggia con i demenziali quadri di David Hockney, come il nuotatore sott'acqua, ma beffardamente al top, ben al di sopra di tanti apprezzati quadri, vedi il “Ritratto di un Artista (Piscina con due figure)”. 

 

Fenomeni che vanno a braccetto con altri di diversa natura, accomunati da incredibili esplosioni verso l'alto di quotazioni finanziarie. 

 

L'economia cinese, quella del dumping, non è come comunemente si pensa, è molto peggio; forse solo adesso che ha consolidato un minimo di produzione non truffaldina con l'acquisizione delle nostre tecnologie, si può considerare quasi normale, e infatti da qualche decennio la Cina è diventata la patria dei più facoltosi collezionisti al mondo.

 

Altro fenomeno sono gli arabi che, non sapendo come spendere l'enorme quantità di petrodollari, prendono tutto il lusso che possono comprare, e pure l'arte, ad altissimo prezzo. L'ultimo esempio eclatante è stato lo strapagato Salvator mundi

 

Un fenomeno che dovrebbero vigilare la guardia di finanza, i carabinieri, la polizia, la magistratura, l'antimafia ecc. ecc.

 

Un antico dibattito riguarda le quotazioni di Botero, abbondanti tanto quanto le enormi pance dei personaggi ritratti, che mettevano in dubbio su chi li potesse apprezzare così tanto: i rumors sono ripresi quando le sue massicce statue di bronzo hanno recentemente ingombrato le più belle strade di Roma.

 

L'origine Boliviana dell'artista spiega questa fama. Botero era guarda caso “patriotticamente” molto amato in patria, un paese dai soldi facili, da chi aveva i soldi, forse anche da una finanza malavitosa: un caso “nazionalistico”, almeno così si sospettava, fece di questi booble man un elogiato realizzatore di capolavori in tutto il mondo.

 

Booble man è anche il nome di un gettonato artista americano che, forse ispirato da Botero o sulla sua stessa scia, si è arricchito facendo anche lui delle “opere d'arte”, con bolle di sapone. (Chiedo scusa a chi ci crede se metto le virgolette ma questa è un'altra storia che è meglio lasciar perdere).

 

Colossali quantità di soldi facili, troppo facili, sempre di capitale si tratta, sappiamo tutti che l'arte è un bene rifugio e che per i capitali sporchi è un'ambita oasi fiscale ma anche giudiziaria.

 

Sappiamo tutti che le banche hanno un'enormità di giacenze di capitali inutilizzate per vari motivi, non parlo dei conti correnti non estinti o di quelli delle persone decedute, ma di tanti fondi costituiti da società fittizie che hanno come unico scopo quello di non nascondere i soldi nel materasso e questi capitali non sono solo della mafia ma anche della criminalità finanziaria che, pur non torcendo un pelo a nessuno, accumula ingenti fortune. 

 

Se, ad esempio, si va sui social si trovano tanti prodotti inesistenti in vendita che, grazie al meccanismo facilitativo  degli acquisti online con la carta di credito, rastrellano in tutto il mondo miliardi di dollari. E vi lascio immaginare quanto di questa pesca a strascico quotidiana è l'accumulo

 

Qui parlo del modo più miserabile di fare soldi, ma ne esistono tanti altri di gran lunga più remunerativi e meno stupidi, che hanno bisogno di tante banche per essere depositati. Vi siete mai chiesti come mai proliferano sempre più nuove banche?  Ovvio che non si possono fare solo società off shore, i cosiddetti castelli costituiti da quelle costruzioni di matriosche che crescono all’infinito.

 

Se qualcosa di diverso ci vuole, che cosa di meglio c'è che presentarsi in anonimato a un'asta della Christie's per fare shopping?  Non ci vuole mica un esperto, basta fare acquisti, se ne sbagli sette e ne indovini tre hai salvato e messo al sicuro il capitale, e se di cento acquisti ne hai azzeccato bene uno hai fatto pure bingo, cosa che manco interessa più di tanto perché lo scopo è solo quello di mettere i capitali in sicurezza.

 

Da qui gli enormi caveau d'arte che crescono sino ad esplodere e che fanno levitare le quotazioni. A fronte di tutto questo ditemi chi sono i sia pur prestigiosi e seri critici o storici d'arte se non dei boy scouts che fanno attraversare la strada alle vecchiette, brave persone che si scandalizzano come un comune cittadino se alcune quotazioni raggiungono cifre spropositate.

 

Ci vorrebbe chi dipanasse questa sporca matassa, che togliesse l'attiguità della criminalità e l'illecito dall'arte, ma il mondo dell'arte è come una specie di Sudamerica simbolico e virtuale, ovvero un intero continente già da decenni alla disperazione che non può esimersi da pratiche poco trasparenti e dalla droga.

 

Il fatto che il compratore della banana sia un cinese, tra l'altro giovanissimo (??!!), ovvero cittadino di quel paese che fa delle pratiche scorrette la sue attività commerciali e finanziarie usuali, non è scandaloso, ma è scandaloso l'infantile tormentone che le riviste specializzate a nome di prestigiose firme hanno attivato su questo business.

 

Un fatto grave, sì, perché mette in luce tutta l'incapacità di capire … la banana.

 

 


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