L’interesse ai cambiamenti che ci saranno, dovuti alla pandemia, rimettono in discussione molte di quelle che fino a ieri erano le certezze che ci facevano vivere sicuri e ci facevano interpretare i fenomeni del mondo, facendoci fare le scelte che consideravamo giuste. Tra tutte le concezioni che considero più di tutte a rischio vi è la società di massa, concetto seppellito ormai da lungo tempo da nuove teorie ma che sinteticamente racchiude tutto il pensiero dei grandi filosofi e sociologi, che spesso nominiamo ogni qual volta cerchiamo di spiegare quello che succede o quello che è successo, come il "Taylorismo", la divisione del lavoro teorizzata da Adam Smith nel Settecento, il suffragio universale (Italia, 1912) e i partiti di massa. di Giovanni Lauricella
In questo periodo di stasi dovuto alla pandemia non è strano che ripresentino in mente i ricordi delle volte che ti trovavi in luoghi affollati di gente, i ricorrenti eventi romani che scandivano un ritmo intenso di iniziative che facevano tanto interessante la città. Più di tutti la cultura aveva questa necessità di pubblico: i dibattiti, le conferenze, le mostre, gli happening, le performance, tutte occasioni che riempivano grandi sale, cineteche, musei, strutture pubbliche varie o private, prima fra tutte le gallerie che avevano visto la città di Roma invasa da un fiorire di nuove sedi, una più interessante dell’altra, che proponevano artisti in quantità mai viste in passato. di Giovanni Lauricella
Quello che mi ha spinto a scrivere su Alberto Dambruoso è l’ approccio di tipo partecipativo all’arte, dove lo spettatore, finita la presentazione che c’è stata sull’artista, interviene per avere chiarimenti e approfondimenti: in pratica viene offerta al pubblico la possibilità di non essere passivi, come capita nelle gallerie e nei musei. di Giovanni Lauricella
Per il cinquecentesimo anno dalla scomparsa di Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520) e per le feste pasquali in corso parlerò di una sua opera giovanile, la Resurrezione di Cristo (1501-1502) che si trova oltreoceano, nel Museo d’Arte di S. Paolo in Brasile. Essendo un piccolo dipinto (52x44 cm) ad olio su tavola, dai colori luminosi e brillanti come le miniature, probabilmente era per una predella nella parte inferiore di una pala d’altare, o un piccolo formato per un regalo: infatti, sul retro, ha una scritta che porta il nome di un importante personaggio di Siena, Gioacchino Mignatelli. di Giovanni Lauricella
All’Art Basel Miami Beach è stata sostituita Comedian, ovvero la banana di Maurizio Cattelan del valore di centoventimila dollari, prima del previsto: l’artista georgiano-americano David Datuna (Tblisi, 1974) se l’è infatti mangiata nel corso di una performance.«Il mio è un gesto d’artista - ha detto - si chiama “Hungry Artist”». “Arte nell’arte: doppia arte a grandi livelli per una banana di mediocre qualità, relativamente piccola, attaccata con un nastro adesivo grigio metallizzato a mo’ di X su una parete bianca, è la nuova trovata di un noto provocatore dell’arte contemporanea, Maurizio Cattelan che intende dimostrare il disvalore dell’arte. di Giovanni Lauricella
Luogo di incontro tra arte contemporanea e cultura, lo Spazio Porta Mazzini di Roma inaugura sabato 30 novembre, a partire dalle ore 18.00, la mostra “Il vetro vivo, vivo il vetro” di Daniela Gilardoni e contestualmente presenta la nuova collezione di gioielli di Paola Casalino, nell’ambito del più ampio progetto itinerante MICRO - Arti Visive, fondato e curato da Paola Valori con l’obiettivo di scoprire e promuovere molteplici possibilità espressive: dalla fotografia al design, alla pittura, dalla musica alla grafica e molto altro, con il costante scopo di rendersi strumento di unione e di confronto tra le diverse realtà artistiche della capitale e dell’intera Provincia. di Regina Picozzi