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19/04/24 ore

L’albomania…



di Gerardo Mazziotti

 

Marco Pannella pronunciò molti alcuni anni addietro questa frase provocatoria: “L’errore del meccanico, dell’idraulico e dell’elettricista può essere più dannoso di quello dell’ingegnere, dell’avvocato e del medico, quello del meccanico addirittura tragico, e allora perché non pretendere anche da questi artigiani un codice deontologico e un albo? ”.

 

 

La pronunciò per sostenere la tesi della assoluta inutilità degli Albi professionali e dei Codici deontologici perché li considerava “inadeguati e incompetenti a garantire la collettività sulla buona qualità delle prestazioni degli iscritti”. E aggiunse “ Sarebbe come ripetere l’esame di laurea e di sottoporli a un altro esame di Stato. E questo non è nei compiti degli Ordini. I professionisti sono cittadini della Repubblica, che, ai sensi dell’art 3 della Costituzione, sono tenuti a rispettare le leggi dello Stato e non un comportamento professionale gradito agli Ordini  e nemmeno un  codice deontologico privo di validità giuridica”.

  

Perciò proponeva l’abolizione degli Albi (i Radicali promossero addirittura un referendum non andato a buon fine) e la loro sostituzione con libere associazioni professionali sulla base di affinità professionali, artistiche, culturali, ideologiche, politiche. E ,perché no, anche sessuali.

 

Le libere associazioni previste dall’art. 18 della Costituzione.

 

Sulle posizioni di Pannella e dei Radicali erano Luigi Einaudi, Ugo LaMalfa, Umberto Terracini, Giovanni Goria, Geppy Rippa, Indro Montanelli, Bruno Zevi, Giulio Carlo Argan, Adele Faccio, Antonio Guarino, Gerardo Marotta, Edoardo Caianiello, Marcello Gigante, Elena Croce, Giovanni, Michelucci, Pier Luigi Nervi, Riccardo Morandi, Luigi Piccinato, Adalberto Libera, Luigi Moretti, Aldo Rossi. E tantissime altre personalità della politica e della cultura. Che non cito per esigenze di spazio.

 

Chiedevano l’abolizione della legge fascista n.897 del 25 aprile 1938 che introdusse “ l’obbligarietà della iscrizione agli Albi ai fini dell’esercizio professionale e la cancellazione di coloro che non fossero di specchiata condotta morale e politica” . Una legge razziale ancora vigente. A vergogna di un Parlamento pavido e inetto. E’ esattamente quello che chiediamo alcuni di noi da qualche decennio.

 

 

Ma in questo strano paese accade di tutto.

 

Anziché approvare l’abolizione degli attuali e inutili Albi professionali sono state presentate in Parlamento, pronte per la campagna elettorale, decine di proposte di legge per la creazione di altri Albi.

 

I parlamentari Elvira Savino, di FI; propone l’Albo dei podoiatri, Ornella Bertorotta, del M5S, quello sui manutentori di ascensori, Tiziano Arlotti, del PD, quello dei meteorologi, Maurizio Sacconi, di AP, quello degli statistici,  Andrea Vallascas, del M5S, quello delle guide alpine, Angelo Capodicasa, del MDP; l’albo dei consulenti filosofici.

 

Non mancano le proposte per la istituzione degli Albi degli educatori degli asili nido, dei fisioterapisti, dei mediatori linguistici, dei periti agrari,degli erboristi, degli assistenti sociali, degli autisti soccorritori, dei pizzaioli (non è stata forse proposta la pizza napoletana nel patrimonio dell’umanità ?).

 

E siccome un Albo non si nega a nessuno propongo la istituzione dell’Albo degli Imbecilli, una categoria di numerosi individui che vengono invitati in tutti i talkshow televisivi per dire sesquipedali stupidaggini sugli albi professionali e sulla riforma degli Ordini e, visto che ci sono, anche sulla politica, sull’economia, sugli immigrati, sul terrorismo, sul Papa, sull’Islam, su Renzi, su Berlusconi… E, manco a dirlo, su Trump e su Kim. 

 

 


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