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27/10/24 ore

Il popolo delle password


  • Giovanni Lauricella

 

 

Lo sportello del cittadino, l'associazione consumatori, dalla parte dell'utente … ecc. ecc. Quanti di questi nomi e sigle del genere abbiamo letto e sentito parlare. Aggiungiamo che esistono istituzioni che governano le tutele, non ultime i sindacati, ci sarebbero pure i partiti ma quelli servono a incolparci dell'assenteismo, insomma abbiamo migliaia di “salvatori “che ci proteggono e poi se vogliamo mettere al sicuro i nostra identità ci sta la registrazione con e-mail, la password, il Pin, lo Spid e chi ne ha più ne metta.

 

Abbiamo cinque polizie, se ti capita di mettere il copertone della tua automobile fuori dal consentito, a pochi palmi di distanza dalla striscia, anche se non disturbi nessuno dopo pochi minuti che lasci l'auto incustodita trovi la multa da pagare, quando te ne accorgi sembra una magia perché ti guardi intorno e non vedi l'ombra di una divisa.

 

Siamo talmente al sicuro che tutto quello che si vuole sapere su di noi ti può capitare di  leggerlo sui giornali, non conta se è di carattere riservato o no, una beffa se si pensa quanto tempo e soldi spendiamo in questi “tornei di corsa a ostacoli” ogni qual volta abbiamo a che fare con il conto in banca a digitare numeri e parole avute con tante attese, ansie e sacrifici.

 

Ricordiamoci però che la parte beona del popolo godeva delle inchieste e delle condanne  del fascista, del razzista, del capitalista, del mafioso, del ladro dei soldi del popolo, si è persino brindato a questa logica giacobina, “Mani pulite” per i più è stato l'esempio e lo strumento per avere un mondo migliore per sconfiggere ed eliminare per sempre il marcio della società (che ovviamente è rimasto intatto e anzi è pure cresciuto). 

 

Bei tempi, scanditi da “sentenze esemplari”, da servizi giornalistici morbosi, da scandali che svelavano lo schifo nascosto dagli imbroglioni assassini che ci sfruttavano!!!

 

A tutt'oggi fa tutti felici vedere il ghigno sorridente di Sigfrido Ranucci e tutte le inchieste che a raffica compaiono sui mezzi d'informazione.

 

Adesso si è scoperto che tutto questo non serve solo ai giornalisti rampanti o agli integerrimi magistrati per far carriera o diventare politici di spicco, si è scoperto che è un business che anche chi non ha mire di diventare direttore di un giornale o presidente dell' A.N.M. è interessato a farlo per un vantaggioso introito.

 

Si, il popolo delle password che trepidamente attende la conferma nella mail box e nel messaggino per poi digitare il Pin e la risposta segreta ha tutto di se sotto la luce del sole, alla portata di tutti se un impiegato della banca è “curioso”, come vuol fare intendere la difesa legale di chi è stato pizzicato a farlo. Trovarsi in un elenco pubblicato dai mezzi d'informazione è diventato un aspetto di “debolezza umana” a cui gli organismi di controllo sopra citati per inefficienza danno copertura, “deboli” pure loro, forse troppo. 

 

Altro che il Re nudo, il popolo spogliato e prono che deve accettare di tutto se no non può fare un pagamento, non può ricevere lo stipendio, non può avere un tetto sotto il quale dormire  ecc.  Zuppa lanciata sulla Gioconda di Leonardo, “eco attacchi” all'arte e ai monumenti, attivisti guerrieri della pace sempre pronti a tutto hanno adombrato la Thumberg ormai spodestata dalle notizie del giorno.

 

In mezzo ai paladini dei diritti, delle soluzioni di pace ed ecologiste per salvare il nostro destino non c'è uno spiraglio di luce su chi riceve questo schifo di persecuzioni bancarie, tanto si sa, avere uno studio legale a disposizione per fare oltre cento processi se lo poteva permettere uno tra i più ricchi del pianeta, gli abitanti di quell'amato mondo che si vorrebbe salvare non ha i soldi; è a rischio il popolo delle password. Il sospiro di non trovare il bancomat fuori servizio è l'unica soddisfazione possibile.

 

(foto da Focus)

 

 


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