La facilità degli annunci di avvenimenti miracolosi del passato è stata ridimensionata dall'attuale Papa, che pare non ci creda: tanto meno ha prestato fede alle apparizioni che recentemente hanno richiamato fedeli a Trevignano, alle porte di Roma.
Ma, forse in maniera diversa, di miracoli ne avvengono ancora, come è accaduto a Roma proprio per il Santo Giubileo del 2025, al punto che ci troviamo stupefatti di fronte a un mondo politico impeccabile e scevro da interessi personali: cose di altri tempi, un miracolo compiuto dal sindaco Gualtieri, che cambierà tutti i luoghi comuni sulla capitale.
Con grande enfasi mediatica è stata aperta la porta del Giubileo, chiusa pochi anni fa dallo stesso Papa, il tutto avvenuto in così breve tempo da far battere un miracoloso record da Guinness dei primati a questo febbrile attivista della fede in rush finale di “carriera.”
Un Giubileo che sicuramente non voleva la stragrande maggioranza d'immigrati che da anni soffrono la mancanza di adeguate moschee di cui la più grande città italiana, meta dei rifugiati di tutto il mondo, è sfornita: così ci viene miracolosamente presentata quella che è nei fatti un'ipocrita vessazione verso chi lavora e paga le tasse.
Ancora meno lo desideravano quei romani che si arrogano il titolo di essere etnia di una città e aspirano al dignitoso vivere di una capitale mondiale, che vengono invece totalmente ignorati, quasi fossero marziani.
I preparativi per il Giubileo hanno causato enormi disagi, con cantieri e arbitrari cambiamenti di destinazione urbana, che hanno costretto alla chiusura tante attività economiche, ma i relativi lavoratori restano esclusi dal rivoltoso Landini, che probabilmente ritiene le loro vertenze sindacalmente inaccettabili.
Un vero e proprio miracolo anche non assistere a disordini e manifestazioni cruente, quando le tensioni sociali esplodono a catena oramai in tutte le città europee, quindi pure a Milano, eccetto per Gaza che anche a Roma ha visti patrioti della striscia …
I lavori di opere per il Giubileo tuttora in corso finiranno chissà quando, con i cantieri che andranno a sommarsi a quelli incompiuti di quello precedente e resteranno a simboleggiare la rinomata sollecitudine delle amministrazioni capitoline: un esempio per tutti, i lavori davanti la Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di guerra a piazza Adriana, a fianco del Palazzo di Giustizia..
Quel massiccio bastione disegnato da Piacentini, forse perché ritenuto orripilante, è diventato area inagibile dai tempi di Rutelli che permise di sfasciare una meravigliosa piazzetta con tanto di fontana a grande vasca e un delizioso giardinetto all'italiana, ma di altro Giubileo si parla, lavori da tempo fermi, mutilati per l'appunto.
Consoliamoci però, che a pochi metri, tra Castel Sant 'Angelo e via della Conciliazione, hanno fatto l'isola pedonale di piazza Pia, senza verde e con poche sedute, dove insomma a fronte di una spesa di 70 milioni di euro si ha lo stesso che c'era prima ma solo dal lato opposto del Castel Sant'Angelo: un vero e proprio miracolo di duplicazione a prezzi stellari. (Il sottopasso l'ho attraversato quando non c'era traffico, quindi non so se riuscirà a snellire quell'area nevralgica, ma sembra tuttavia la migliore opera che è stata fatta.)
Che dire di Ponte dell'Industria, 18 milioni di euro, un'altra tortura imposta ai romani dalla notte del 2 e 3 ottobre del 2021, giorno del rogo che lo danneggiò, bloccando l'Ostiense e il Portuense?
Pochi sanno che è un tipo di ponte che usano i genieri militari perché si monta e si smonta in breve tempo. Il progetto del ponte ormai distrutto “accidentalmente” dal fuoco era del belga Louis Hach le cui travi di ferro e ghisa vennero importate dall'Inghilterra nel 1862, anche se è copiato da quello del più noto Eiffel fatto anni prima e denominato per l'appunto “ponte scomponibile di Eiffel”, un classico di tutti gli studi elementari d' Ingegneria, dei manuali dei costruttori e più ancora del genio militare (di Alfredo Cottrau del 1876 il suo ponte politetragonale). Tecnica che Eiffel applicò per la torre dell'Expo (1889) di Parigi costruita in soli due anni che porta il suo nome, per la facile e rapida realizzabilità, ricordatevi queste due ultime parole.
Per vedere la ricostruzione di un ponte tanto necessario per i romani, noi italiani, maestri mondiali di ponti sin dall'antica Roma e moderni eredi dell'homo faber, dovremo aspettare chissà quanto tempo: un miracolo di lentezza, anche se i soliti imbecilli di turno diranno che quello che si farà non è la copia identica di quello che c'era: e vorrei vedere, dato che sono passati più di cento anni.
Miracolo anche a piazza San Giovanni: era un'oasi urbana che poteva essere raggiunta comodamente da anziani e disabili in auto per godersi un po' di verde, ma ora è sparita la possibilità di farsi una passeggiata tra i giardini e sostare seduti sulle numerose panche di marmo e di legno che inspiegabilmente hanno tolto.
Poi c'è l'enorme cantiere a piazza Venezia, una mega voragine in preparazione forse per un futuro Giubileo dove faranno l'ennesimo museo archeologico quando sono già vuoti di visitatori quelli che abbiamo... si potrebbe continuare, ma si finirebbe per annoiare elencando i troppi miracoli.
Quì mi fermo. Perdonate l'insufficiente elencazione dei prodigi che hanno caratterizzato questo Giubileo: di certo di miracoli si tratta, se questo Papa, solitamente è molto scettico riguardo al soprannaturale, ha caldamente elogiato Gualtieri (e non il governo).
E per trasparenza, a chi volesse sapere di più sulle opere realizzate e su quelle in corso, consiglio di leggersi il trasparente sito capitolino o ancora meglio quello dell'Ordine degli architetti di Roma... e sempre per miracolo capirà tutto.
Tra i miracoli più sbalorditivi c'è quello della magistratura che a fronte di tantissime opere finanziate a pioggia dal PNRR e di tanti ritardi e disagi, non ha fatto nessuna inchiesta: un vero e proprio miracolo che la sollecitudine di fare arresti sempre dimostrata, di colpo si sia arrestata da sola!
Nemmeno il nostro Sherlock Holmes, il grande Sigfrido, ha nulla da dire nel suo Report. Non so se ci avete fatto caso, ma appena si muove una foglia lo trovi operativo con le indagini, ma in questo caso no. Ranucci non ha sbirciato tra i milioni di euro, una finanziaria, usati per le opere del Giubileo, dando la sbalorditiva impressione che siano state fatte tutte bene.
Sarebbe un caso strepitoso: niente mafia, niente corruzione, nessun malaffare, opere eccellenti, inappuntabili e irreprensibili, nessun voto di scambio; tutti disinteressati perché ovviamente quelli che hanno preso i finanziamenti del Giubileo voteranno tutti a destra e solo la Meloni, altro miracolo che la Curia inspiegabilmente non riconosce.
Infine, essendo il Giubileo un argomento che dovrebbe essere di competenza della Chiesa una considerazione va fatta sui poveri anche se stride pesantemente con l'opulenza dei lavori finora trattata.
Si, parlo di quei soggetti che puntualmente il Papa ricorda ogni domenica quando si affaccia dalla finestra del palazzo Apostolico e tutte le volte che rilascia dichiarazioni, come un mantra. Una omelia ricorrente che stranamente è assente dal Giubileo. Viene da chiedersi come mai con tante spese fatte per opere di cui non si sentiva assolutamente il bisogno ma che sono state imposte come necessarie, non si è pensato a chi non ha come vivere? Non parlo del buon Papa, lui non sa perché padre padrone di un potere immobiliare immenso da cui riceve fitti da Paperon dei Paperoni, ma il buon senatore della Repubblica Renzo Piano, il Papa dell'architettura, ci poteva dare una mano, in cambio del lauto stipendio che prende dallo stato.
A dire il vero ci avrebbero fatto una bella figura perché un edificio per i poveri sarebbe stato il simbolo dell'ecumenismo, magari esclusivo, solo per profughi della striscia di Gaza: tornerebbe la serenità nelle università con finalmente le strade in festa.
Sarebbe stato bello anche per la tanto osannata sostenibilità, termine che ripetono continuamente a mitraglia ogni qual volta parlano delle opere del Giubileo. Demolire uno tra i tanti edifici fatiscenti di cui Roma è piena e fabbricarne uno nuovo dedicato all'accoglienza sarebbe stato un colpo da maestro, che figurone che avrebbero fatto Renzo e Roberto! Purtroppo neanche i profeti della società multiculturale credono a tutto quel che dicono al punto che lasciano i clochard, termine tranchant per snobbare i poveri, per strada al freddo, al sudiciume e alle malattie infettive che per la collettività di sostenibile hanno ben poco.
Forse darebbe fastidio ai preti africani che frequentano Roma come Firenze, Verona, Venezia o altre turistiche città italiane nel Gran Tour della fede, ovvero alle suore, fenomeno femminile inesistente o quasi in Africa ma esplosivo qui a Roma, specie nelle vie più strepitose e ambite della capitale.
Sarebbe un gran Giubileo, ma in questo caso ci dovrebbe essere un miracolo che non vede la Curia d'accordo: sempre loro, gli eretici.
Ironie a parte: si è di sinistra se s'ingoia il rospo delle incapacità dei dirigenti che si subisce per la speranza di battere una confusionaria destra a cui, viceversa, si cerca democraticamente il pelo nell'uovo, che non sono solo battaglie politiche in nome della costituzione e dell'antifascismo ma costosissimi processi a carico della collettività tutta, furbate che alle elezioni si pagano molto care anche a fronte dei milioni di euro spesi per il Giubileo.
No, non si fa così l'opposizione, con tutti i soldi stanziati per il Giubileo Gualtieri ha sprecato l'occasione di asfaltare la Meloni e di dimostrare chi è in grado di governare il paese. È inutile fare scioperi e lamentarsi della destra, è fatica e fiato sprecato, va tutto a vantaggio di un governo che si regge per miracolo e non si riesce a far cadere.