L’Agenzia di ieri ha dato notizia di tre sentenze della Corte della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che marcano una linea precisa in materia della tutela dei diritti fondamentali. Non si può proibire di indossare simboli religiosi in luoghi pubblici (nella fattispecie un aeroporto) perché il divieto rappresenta una violazione del principio di libertà religiosa, fondamentalissimo per la democrazia. di Silvio Pergameno
Monti ha dichiarato a SkyTg24: “Il movimento di Grillo è una grande moderna espressione di dissenso e rabbia. Ha movimentato le rabbie. Quello che abbiamo in comune io e Grillo è una presa di distanza dalla politica tradizionale. Però lui è l’antipolitica, io no. di Ermes Antonucci
Il movimentismo della campagna elettorale, già caratteristico della consultazione, ha subito un’accelerazione per effetto dei pentimenti di Stefano Fassina, l’economista capo del PD: i patti con l’Europa non saranno toccati, il pareggio del bilancio resterà nell’opera del governo, la condivisione degli obbiettivi di Mario Monti sarà piena, come già assicurato dal segretario Bersani. E sappiamo che non saranno pure promesse (o minacce?) elettorali: perché il PD, infatti, è da sempre un partito serio e disciplinato; e già Matteo Renzi, del resto, lo ha confermato in questi giorni. di Silvio Pergameno
La confusione nella quale gli schieramenti politici affrontano la consultazione del prossimo 24 febbraio è tale da non consentire previsioni, anche perché esiste una notevole condizione di movimento nell’opinione pubblica; l’unica considerazione che, ad avviso di chi scrive, appare sensata è il fatto che nelle prossime elezioni si gioca una partita di grande rilievo; e proprio a partire dal livello istituzionale. di Silvio Pergameno
Sarà per un pizzico di ingenuità, o forse perché come cooptati non sempre si è in grado di capire quanto complicato sia il gioco degli equilibri politici in un paese che, avendo accantonato le regole del diritto e della legalità, vive di ricatti e di ipocrisie, ecco che il senatore a vita Mario Monti si trova a fare i conti con gli imprevisti del "salire in politica". di Giuseppe Rippa
A giudizio dell’ «Economist», secondo quanto riporta il sito di Huffington Post, la lista Monti potrebbe causare la futura instabilità politica del Paese, facendo mancare una chiara maggioranza in Senato. È singolare come, nel giro di poco tempo, quegli establishment che prima gli avevano dato una sorta di investitura, oggi esprimano dubbi e perplessità sulla candidatura a premier di Mario Monti. di Luigi O. Rintallo
Quello ascoltato il 31 dicembre in tv è stato il ventunesimo messaggio dal Quirinale di un trio di presidenti votati sì da una maggioranza pro tempore dei parlamentari, ma espressione della minoranza del corpo elettorale. In questo senso, non si è discostato dalle linee di fondo che hanno caratterizzato i precedenti. di Luigi O. Rintallo
E così Mario Monti è giunto all’unica conclusione logica possibile, quella di esporsi in prima persona al giudizio dell’elettorato e di affrontare una campagna elettorale, che è da ritenere questa volta diversa da quelle alle quali siamo abituati da ormai troppo tempo: le evoluzioni che segnano i mutamenti nel corso degli eventi prendono corpo nei momenti difficili, e quello attuale è un momento difficile. di Silvio Pergameno
Sinistra, centrosinistra o, dopo il voto, un qualche centro-sinistra, in nome della “governabilità”? Ovviamente il problema non è “geometrico”. Però il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha colto nel segno interrogandosi e interrogando il “nuovo centro” sul futuro dell’assetto bipolare dell’Italia. Reggerà? Nei fatti, ma ciò meriterebbe un ragionamento distinto, al di là del responso delle urne il Partito democratico non riesce a coltivare la “vocazione maggioritaria” come concepita agli inizi. di Danilo Di Matteo
Sebbene ancora non si conoscano le liste in corsa per il voto del 24-25 febbraio, si possono tuttavia fare alcune considerazioni su quella che i commentatori chiamano già l’alba della Terza repubblica. A quel che si vede, purtroppo, essa è assai simile alle precedenti e – per quel che riguarda gli schieramenti – presenta gli stessi vizi. di Luigi O. Rintallo
Dopo il suo discorso di fine anno, coinciso con lo scioglimento del Parlamento, il senatore Monti non ha ancora deciso quale sarà la sua posizione nel prossimo futuro. Conferma di non presentarsi alle elezioni, ma si dichiara disponibile ad essere premier con chi si schiera con la sua “agenda”. Annunciando poi un suo manifesto online, fa di questo il suo programma “elettorale”. di Silvio Pergameno