I giudici della Cedu hanno infatti riconosciuto il risarcimento per trattamento “inumano e degradante” e il Ministero dell'Economia e delle Finanze, fanno sapere Rita Bernardini e Flavia Urciuoli, rispettivamente deputata radicale e legale di uno dei sette carcerati, “ha comunicato tempestivamente ai difensori che avvierà la procedura per il pagamento delle somme accordate dalla Corte sopranazionale”.
Un segnale importante, quello scatenato dalla sentenza europea, “l'ennesima prova che la lotta per la situazione delle carceri portata avanti da Radicali Italiani – scrive Bernardini sul suo blog - combattuta su diversi fronti, compreso quello giudiziario, si allarga e diffonde nelle coscienze, anche quelle istituzionali finora così sorde nei fatti, ma molto ciarliere nelle promesse mai mantenute”.
Ma, continua la deputata radicale, “il problema serio da affrontare immediatamente è quello di cosa vogliano fare le istituzioni – dalle minime alle Massime – nei confronti delle altre decine di migliaia di sequestrati nelle carceri italiane, detenuti sottoposti, come i sette che lo stato italiano deve risarcire, a trattamenti inumani e degradanti”.
Oltre alle 500 istanze di reclusi ancora pendenti alla Corte europea, infatti, spiega la radicale, “ci sono tutti gli altri che non sono stati posti nelle condizioni di ricorrere a Strasburgo”. Anche per loro, conclude Bernardini, è importante “che questi temi cruciali per la vita futura del nostro Paese siano tutti rappresentati e promossi dalle nostre liste AMNISTA GIUSTIZIA LIBERTA', le uniche che abbiano il coraggio di voler curare la cancrena putrescente dell'immoralità istituzionale italiana”. (fonte radicali.it)
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