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23/11/24 ore

Le visioni Radicali del ponte di Ognissanti


  • Antonio Marulo

L'arresto per mafia di un presunto attivista per i diritti dei detenuti, frequentatore delle sedi radicali e dintorni in passato, non iscritto al Partito Radicale, ma iscritto a Radicali Italiani, collaboratore di una parlamentare ex Leu oggi Italia Viva (non implicata nei fatti), che secondo l'accusa sarebbe un infiltrato di Cosa nostra, ha permesso in qualche modo al mondo radicale di finire sulle home page dei siti d'informazione del 4 novembre come mai accade, se non in caso, per l'appunto, di cattive notizie.

 

Sulle prime qualcuno, distrattamente, si sarà forse pure illuso che tanta insolita attenzione fosse legata al tradizionale ponte congressuale di Ognissanti, per giunta nell'anno in cui si raddoppiava - tanto per alimentare la confusione - con due appuntamenti separati: uno a Torino dei cosiddetti boniniani di Radicali Italiani, l'altro a Napoli del Partito RadicaleNonviolento Transazionale Transpartito, per la parte relativa agli iscritti italiani.

 

In gioco c'era e c'è lo scettro di eredi e di presunti legittimi titolari del nome e di un metodo per fare politica, quelli che Pannella ha lasciato tra le macerie di un movimento frazionato in mille rivoli che non è mai stato un vero partito.

 

Malgrado gli sforzi, a Napoli il clima è parso dimesso e il modesto numero dei partecipanti non ha portato conforto. Al centro degli incontri, ospitati dalla FOQUS, Fondazione Quartieri Spagnoli, sono stati posti i classici cavalli di tante battaglie: le carceri e la giustizia su tutti, ma anche il nuovo fronte aperto con la raccolta firme per il referendum confermativo sulla riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari.

 

Non sono mancati il risentimento e l'arrabbiatura contro gli “abusivi” di Torino, mentre sullo sfondo incombeva l'annosa questione delle poche iscrizioni al partito: circa 1300 nel 2019. La cifra è ben lontana dalla quota limite di tremila, che fino al 2018 fu posta come obbligatoria per far vivere il partito, e testimonia lo stato delle cose molto poco incoraggiante, frutto di una parabola declinante che ha radici lontane, più volte descritte su queste pagine.

 

Eppure c'è chi dice ancora “tutto va bene madama la marchesa”, perché gli ultimi 4 anni sarebbero stati addirittura “straordinari”, grazie al raggiungimento di tutti o quasi gli obiettivi, non ultimo l'abolizione della pena di morte... Parola di Sergio D'Elia, “il visionario”. Forse un po' troppo...

 

(immagine da dreamstime.com)

 

 


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